Comune nei guai

Lottizzazione abusiva a Villanova: sequestrati due capannoni, indagato il sindaco fotogallery

Maxi operazione della Forestale, assistita dalla Polizia Postale: sequestrati documenti e materiale informatico in Comune e nello studio di un noto tecnico, otto in totale gli indagati

Villanova d’Albenga. E’ un clima di burrasca quello che avvolge il Comune di Villanova D’Albenga che nelle ultime ora sta vivendo una sorta di “déjà vu” per una nuova inchiesta intorno ad una presunta lottizzazione abusiva. Stavolta i sottotetti non c’entrano, ma a finire nel mirino della Procura di Savona è la realizzazione di due capannoni industriali che ieri sono finiti sotto sequestro.

Una vicenda per la quale sono indagate in tutto otto persone tra amministratori (compreso il sindaco Pietro Balestra), funzionari pubblici ed un noto tecnico del settore. Ieri gli uomini della Forestale, supportati da personale della Sezione della Polizia Postale di Savona, hanno effettuato una serie di perquisizioni negli uffici comunali di Villanova d’Albenga, compreso l’ufficio del sindaco, e in alcuni studi professionali ed aziende private, durante le quali sono stati sequestrati numerosi documenti ma anche supporti informatici e telefonini.

Inoltre sono stati posti sotto sequestro preventivo i due capannoni finiti nel mirino della Procura: uno di proprietà della ditta Flexopack (che è già finito da tempo e che è adibito a zona expo e “cash and carry”), l’altro, ancora in fase di realizzazione, di un privato.

Secondo le prime informazioni trapelate, le attenzioni degli inquirenti sarebbero concentrate sulle autorizzazioni per la costruzione che sarebbero state rilasciate in violazione delle norme urbanistiche ed edilizie (di qui la contestazione di lottizzazione abusiva connessa a delitti di falsità in atti). Una vicenda nella quale, a quanto sembra, le responsabilità di Flexopack e dell’altro privato che stava costruendo il capannone sarebbero marginali: i proprietari delle aree infatti si sarebbero limitati a costruire regolarmente sulla base dei permessi rilasciati in Comune.

Flexopack e il privato sarebbero quindi, in sostanza, quasi ‘parte lesa’ in una vicenda che, per dinamiche e responsabilità, appare molto simile alla ormai celebre questione dei sottotetti. Per capirne di più bisognerà comunque attendere gli sviluppi dell’indagine della Procura che è ovviamente ancora in corso. Maggiori risposte dovrebbero arrivare anche dai documenti e dalle carte sequestrate ieri dagli inquirenti.

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