Il caso

Franco Maglione: “Noi minacciati dall’Isis? Non diciamo sciocchezze”

Il comandante dei vigili urbani figura in un elenco di dieci nomi pubblicato da un profilo jihadista simpatizzante dell'Isis

Franco Maglione

Laigueglia. “Noi minacciati dall’Isis? Non diciamo sciocchezze. Il nostro borgo è tranquillo e gli extracomunitari non sono numerosi e sono perfettamente integrati. Inoltre il comandante è una persona normalissima che sa fare bene il suo lavoro”. Lo afferma il sindaco Franco Maglione dopo che nella lista di dieci nomi pubblicata online da un profilo jihadista simpatizzante dell’Isis figura anche il nome di Marisa Valentina Ruaro, comandante dei vigili di Laigueglia, proveniente da un piccolo paese tra la provincia di Savona e di Cuneo.

“Una persona bravissima che vive in un piccolo Comune dell’entroterra di Albenga – dice ancora il sindaco – Ha sempre fatto con scrupolo il suo dovere. Secondo me si tratta solo di un caso di omonimia”.

In quella lista figurano dieci ufficiali dell’Esercito, della Guardia di Finanza e delle Forze dell’Ordine. Tra i nomi indicati come nemici da eliminare ci sono l’ex comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, l’attuale questore di Firenze, Raffaele Micillo, ma anche agenti che fanno parte della polizia, della guardia di finanza e della municipale come Marisa Valentina Ruaro, comandante dei vigili di Laigueglia.

“Nel nostro Comune non abbiamo ricevuto alcuna email o lettere di minacce. Oggi poi stiamo festeggiando una giornata di festa con i bambini e questa è la Laigueglia che vogliamo far conoscere agli occhi del mondo”, aggiunge il primo cittadino.

Secondo gli investigatori i nomi sarebbero stati scelti in modo casuale. Ma a preoccupare è il messaggio che accompagna la lista. Una sorta di chiamata alle armi per “i leoni di Roma”: “Un messaggio per i lupi solitari:aspettiamo le vostre azioni. L’Italia ci ha dichiarato guerra e noi l’abbiamo dichiarata tempo fa”. E ancora, ribadendo le minacce alla Capitale, gli jihadisti affermano: “Conquisteremo Roma e distruggeremo le vostre croci.Giuriamo su Allah che entreremo e conquisteremo Roma. Non manca molto”.

Marina Valentina Ruaro, 53 anni, residente ad Albenga, dal 21 dicembre 2007 al 14 aprile 2008 e dal 30 giugno 2008 al 28 febbraio 2009 è stata comandante della Polizia Municipale- Responsabile del V Settore Polizia municipale e protezione Civile.  Incarico che ha ricoperto anche dal 16 marzo 2009 al 31 gennaio 2011 e dal 1 febbraio al 31 novembre 2011 con la forma del comando a tempo pieno. E’ stata riconfermata dal 1 dicembre dello stesso anno. Si è diplomata come perito industriale capotecnico con  specializzazione chimica industriale, diploma conseguito presso l’Istituto Tecnico Industriale Statale “G. Ferraris” di Albenga nel 1982. Prima di Laigueglia aveva lavorato anche come comandante nel Comune di Cisano sul Neva. 

Nel sito  jihadista appare una foto di una donna in divisa col volto oscurato con tanto di indirizzo di casa e numero di telefono. Indicazioni che sono state diffuse anche per gli altri nove nomi di ufficiali inseriti in quello stesso elenco.

Alcuni colleghi di lavoro si sono messi in contatto con lei per esprimere solidarietà, ma soprattutto per sottolineare che forse si tratta solo di un grande equivoco. Sulla vicenda sta già indagando anche la Digos.

E nei giorni scorsi nella vicina Ceriale i Ros hanno individuato e denunciato un 19enne marocchino, Brahim Aboufares, per apologia e istigazione a fini terroristici. Il giovane era da tempo indagato dai militari coordinati dal gruppo Terrorismo della procura di Genova, per la sua palese vicinanza ad idee integraliste islamiche, “l’esaltazione della jihad – scrivono i pm genovesi del gruppo Terrorismo – e dei mujahidin”.

La sua abitazione è stata perquisita per ordine della procura genovese. Un’agenda in lingua araba ed un computer sono stati requisiti e sottoposti immediatamente ad analisi. Proprio il computer potrebbe essere fonte di grande interesse per gli inquirenti che si sono messi sulle tracce del giovane grazie ai contatti che aveva con soggetti “a rischio” o già “attenzionati” utilizzando Facebook.

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