La sentenza

Fallimento “Elite Service”: presidente del cda e amministratore delegato condannati

A giudizio c'era Leonarso Lagasio noto in città per essere stato collaboratore di Bettino Piro ai tempi della presidenza del Savona Calcio

Savona Tribunale

Savona. Si è chiuso con due condanne il processo per il fallimento della società cooperativa “Elite Service Scarl” che vedeva a giudizio Leonardo Lagasio, classe ’61, e Giuseppe Bartolomeo Gallo, 57 anni, rispettivamente presidente del cda e amministratore delegato dell’azienda.

Questa mattina Lagasio (noto anche come collaboratore di Bettino Piro quando l’imprenditore era a capo del Savona Calcio) è stato condannato a tre anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta, mentre Gallo è stato condannato a due anni e due mesi per bancarotta documentale ed è stato invece assolto per quella distrazione.

Entrambi gli imputati sono poi stati prosciolti per una seconda accusa che veniva contestata, quella relativa ad un presunto ricorso abusivo al credito per aver ottenuto dalla “Simest spa” un finanziamento da 1,3 milioni di euro (di cui ne sono stati erogati “solo” 131 mila) dopo aver presentato un bilancio provvisorio “taroccato”. Il reato è stato infatti derubricato in truffa aggravata e, di conseguenza, per Lagasio è intervenuta la prescrizione, mentre Gallo è stato assolto per non aver commesso il fatto.

I guai per i due imputati erano iniziati tra il 2007 (quando la Elite Service era in liquidazione) e il 2010 (quando era stato dichiarato lo stato di insolvenza): gli accertamenti degli inquirenti sui conti della società avevano fatto emergere le presunte irregolarità e nei loro confronti era scattata l’indagine. Secondo il pm Lagasio e Gallo erano responsabili della sottrazione e distruzione dei libri e delle scritture contabili, ma anche della distrazione di beni societari per un totale di circa 536 mila euro.

“Riteniamo che all’accusa in sede di conclusione e che al collegio in sede giudicante sia mancato il ‘coraggio’ di assolvere Gallo, anche se ovviamente la derubricazione a bancarotta documentale ci soddisfa – affermano i legali Alessandro Parino e Mario Sormini -. Tuttavia, pensiamno che sia una condanna ingiusta e insensata, anche perché la sentenza non motiva se non parlando di una generica e tutta da dimostrare responsabilità colposa: ricorreremo in Appello e siamo fiduciosi che possa essere ribaltata”.

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