Protesta

Buona Scuola, la furia degli insegnanti: “Pronti al blocco degli scrutini” fotogallery

Sotto accusa il ruolo dei dirigenti, i contratti e la scarso confronto con il mondo della scuola

Savona. “Se sarà necessario arriveremo anche al blocco degli scrutini“. Eccola, la bomba degli insegnanti arrabbiati con la Buona Scuola di Renzi: a lanciarla Enzo Sabatini, segretario provinciale dello Snals. Intorno a lui più di 50 professori, accorsi per testimoniare il proprio dissenso contro una riforma che il segretario di Flc Cgil, Mario Lugaro, definisce “grave e inaccettabile”.

“Alcune cose sono state modificate alla Camera, ma non basta – spiega Sabatini – perché vi sono ancora tante cose che devono essere cambiate. Siamo contro quest’idea che il preside sia padrone della scuola, siamo contro alla precarizzazione sempre più importante di tutti i docenti, ma soprattutto siamo contro il fatto che il contratto per gli operatori della scuola è fermo da anni”.

Il primo punto della protesta riguarda il ruolo dei dirigenti: “Riteniamo inaccettabile la questione legata ai loro cosiddetti ‘superpoteri’ – spiega Lugaro – molti di loro sono d’accordo con noi nel ritenerlo inaccettabile perché va ad esautorare gli organi collegiali della scuola. In un mondo dove è necessario un lavoro di team si va invece a creare un clima di cui la scuola non ha bisogno”.

Il secondo punto contestato riguarda contratti e precari: “L’impianto attuale del disegno di legge non soddisfa le aspettative perché di fatto si rivela poi un piano di stabilizzazione del precariato, anziché risolverne i problemi”, chiarisce Lugaro. E Sabatini rincara: “Non c’è nessun lavoratore che può continuare ad andare avanti se non ha un contratto. Chiediamo fortemente che il governo nei prossimi giorni apra il tavolo delle trattative, chiediamo che la scuola venga veramente valorizzata, come Renzi sta dicendo ma non facendo”.

Molto malcontento deriva anche dal fatto che gli insegnanti avvertono la riforma come imposta dall’alto e, sostanzialmente, inefficace. “Ha un impianto decisamente poco democratico, anzi autoritario in molte delle sue parti – accusa Lugaro – Non c’è stato mai un confronto col mondo della scuola, men che meno col sindacato che è stato ritenuto un interlocutore non interessante”.

Renzi ha provato a spiegare le sue ragioni nell’ormai celebre video di 17 minuti in cui, gesso in mano, ha provato a spiegare alla lavagna gli obiettivi della Buona Scuola ai professori. Che ribattono ironici: “Noi le lavagne le usiamo – dice Mauro Viglietti, Cisl Scuola – lui ha fatto questa scena perché è bravo in queste rappresentazioni qua, però noi pensiamo di capirne un pochettino di più della scuola. Forse avrebbe dovuto consultarci, ma non con quella consultazione-farsa che ha fatto online, in cui nessuno ha ricevuto risposte e non si sa dove siano finite. Il grande risultato del professor Renzi è stato quello di riunire tutte le forze sindacali, anche chi di solito non è molto d’accordo con la linea sindacale. Renzi dice che la maggioranza degli insegnanti è d’accordo con lui: ma lo sciopero ha sfiorato l’80%,non mi pare che siamo tutti d’accordo”.

E così, tra gli insegnanti arrabbiati, si fa strada un’ipotesi clamorosa: il blocco degli scrutini. “La consideriamo come estrema ratio, perché sappiamo benissimo che questo può essere a danno dei nostri alunni – ammette Sabatini – non vorremmo farlo ma, se ci costringono, può essere che arriveremo anche a questo“.

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