In manette

Arrestato per pedopornografia ad Alassio: ecco chi è don Giorgio Porcellana

Ha tre lauree in tasca di cui una in Filosofia conseguita a Nave in provincia di Brescia e una in Scienza della Formazione all’Università di Torino, quindi è dottore in Teologia Pastorale

Alassio. Don Giorgio Porcellana, nato ad Asti il 17 luglio del 1966. E’ lui il sacerdote salesiano che la polizia delle telecomunicazioni di Genova, su richiesta dei colleghi di Milano, hanno arrestato all’istituto salesiano di Alassio

Secondo di 5 fratelli, aveva conseguito la maturità al Liceo Classico e successivamente dopo la formazione Salesiana, era stato ordinato sacerdote a Torino il 6 ottobre 2001.

Ha tre lauree in tasca di cui una in Filosofia conseguita a Nave in provincia di Brescia e una in Scienza della Formazione all’Università di Torino, quindi è dottore in Teologia Pastorale.

Dopo un lungo periodo di insegnamento nella scuola Media inferiore e superiore, ha esplicato l’attività sacerdotale presso parrocchie, oratori e convitti, prevalentemente in Piemonte e Lombardia. Ha successivamente deciso di fare il parroco e in tale veste era arrivato a Orio nel settembre del 2006, succedendo così a don Silvio Faga titolare della  parrocchia per ben 11 anni.  Ma era stato anche per tanti anni a Salice d’Ulzio.

Nei mesi scorsi, per motivi di salute, era arrivato ad Alassio accolto dal direttore don Gino Bruno e dai suoi confratelli. Oggi alla porta dell’istituto salesiano della Baia del Sole sono arrivati gli agenti della polizia delle telecomunicazioni ed è finito in carcere per pedopornografia.

Al religioso, in particolare, vengono contestati gli articoli 600 e 602 del codice penale, ovvero aver trattato materiale “con minori di 16 anni” e in numero “maggiore di tre”.

Le indagini erano state avviate nel 2012 coordinate dal pm di Milano Giovanni Polizzi che ha poi richiesto l’ordinanza di custodia cautelare al gip di Milano Paolo Guidi. Quest’ultimo ha contestato il pericolo di reiterazione del reato da parte delle persone coinvolte.

Tutto ha avuto inizio quando gli 007 della polposte avevano iniziato a controllare alcuni siti web e in particolare alcuni servizi di condivisione di immagini sospette perché gli utenti facevano continui riferimenti a minori.  Alla fine gli agenti hanno individuato 233 utenti di 35 Stati che, in tutto il mondo che si scambiavano su Internet materiale pedo-pornografico.

Si trattava di una sorta di anticamera per gli interessati alla pornografia minorile, che si spostavano su altri canali di comunicazione per scambiare file multimediali illeciti, utilizzando anche le caselle di posta elettronica. Per la particolare segretezza delle comunicazioni fra gli stessi indagati, è stato necessario usare delle tecniche speciali di investigazione come le attività sotto copertura, intercettazione telematica e intercettazioni telefoniche. Durante le perquisizioni è stato sequestrato materiale che ora è al vaglio degli inquirenti. E nella rete alla fine c’è finito anche il prete astigiano.

Secondo le accuse, il sacerdote aveva acquisito la falsa identità per muoversi in rete, come del resto quasi tutti gli indagati.

Sosteneva inoltre di essere spesso in Italia per motivi di lavoro, giustificando così il fatto che il suo indirizzo email era fornito da un provider italiano.

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