Savona. E’ arrivata alla fine l’inchiesta sulla morta della dottoressa Luisa Bonello avvenuta nel settembre dell’anno scorso a Savona. La donna si è tolta la vita sparandosi un colpo di pistola alla testa. Questo il responso dello stub, la perizia richiesta alla polizia scientifica di Roma dalla procura di Savona.
L’inchiesta vede sempre coinvolto l’ispettore dalla polizia postale Alberto Bonvicini, l’ex marito della donna, Mauro Acquarone e il medico Noemi Donati. Sono accusati di omicidio colposo, reato ipotizzato dal sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro ovviamente con ruoli differenti.
Secondo l’accusa avrebbero potuto o dovuto impedire alla donna di detenere armi da fuoco. Bonvicini, per la procura, nella sua qualità di pubblico ufficiale avrebbe dovuto ritirare le armi che la Bonello “deteneva contra legem in forza di un titolo ideologicamente falso quanto ai requisiti soggettivi”. Mauro Acquarone, ex marito e soprattutto medico curante della Bonello, sapeva dello stato di salute della donna e quindi avrebbe omesso di segnalare la situazione alle competenti autorità che avrebbero così potuto togliere il porto d’armi alla donna.