Savona. E’ stato notificato ieri il dissequestro dei beni (la villa di Toirano, una casa in Calabria e alcuni terreni) delle figlie di Carmelo “Nino” Gullace, arrestato lo scorso 6 marzo nell’ambito dell’operazione “Real Time” portata avanti dai carabinieri del Comando Provinciale di Savona in collaborazione con personale della Direzione Investigativa Antimafia di Genova.
Giorni fa il difensore di Giulia Fazzari, moglie di Gullace, e delle figlie, l’avvocato Benedetto Chirò, aveva chiesto la revoca della misura cautelare reale relativa ai beni di proprietà delle sue assistite, tra i quali anche la villa di Toirano.
Il tribunale del Riesame aveva studiato la richiesta a fine marzo. Nel corso della discussione, proprio riferendosi alla villa, l’avvocato Chirò aveva ricordato che alla fine degli anni ’90 era già stata sequestrata ma la Corte d’Appello di Genova aveva poi revocato il provvedimento ravvisando che non ci fossero irregolarità. Ieri i giudici hanno sciolto la riserva accogliendo appunto l’istanza della difesa (ad eccezione di alcuni conti correnti che sono rimasti sotto sequestro).
Gullace, arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, deve rispondere delle accuse di usura, tentata estorsione, intestazione fittizia di beni e esercizio abusivo della professione creditizia.
Contestualmente al suo arresto, la Procura aveva denunciato a piede libero tre persone: la moglie di Gullace, Giulia Fazzari, Fabrizio Accame e un imprenditore albenganese, A.L., 38 anni, che sono accusati di aver aiutato Gullace “ad assicurare il prodotto del reato di usura” e di “aver concorso nel farsi dare o promettere denaro ad un tasso di interesse usurario”. Gli inquirenti avevano anche sequestrato beni per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro tra immobili, autovetture, quote della “Co.Mi.To s.r.l.”, della “Liguria 2000 soc. coop.” e della “Gi.Erre s.r.l.”, nonché della “Concept di Accame Fabrizio & C. s.a.s.”, con sede a Loano.