Indagine dei carabinieri

Operazione antidroga “Mozzicone”, ventiquattrenne arrestato a Savona

Nove persone in manette, 15 denunciate, recuperati 2 kg di marijuana, 200 grammi di cocaina

carabinieri

Savona. Maxi operazione antidroga dei carabinieri di Urbino che hanno arrestato 9 persone, ne hanno denunciate altre 15, recuperato 2 kg di marijuana, 200 grammi di cocaina e identificato almeno 100 clienti, tra cui imprenditori, operai, negozianti e impiegati di banca.

L’hanno ribattezzata in codice “Operazione mozzicone”, perche’ gli indagati si chiamavano tra di loro “mozzico”.

Le indagini sono andate avanti per circa un anno. In manette sono finiti Martin Merolli, albanese, 23 anni, centravanti di una squadra di calcio di Urbania, e promessa del calcio. E’ considerato dai carabinieri uno dei principali fornitori di droga della piazza. L’indagine è partita da lui nel febbraio 2014 perché qualcuno lo aveva visto passare un involucro a un giovane dietro pagamento di soldi.

Gli investigatori, coordinati dalla procura di Urbino, hanno cominciato a interessarsi di Merolli scoprendo che vendeva droga e veniva rifornito da connazionali come Erandi Cano, 25 anni,  suo cugino, abitante a Cagli, ma poteva contare anche su Ali Izieri, 25 anni, macedone. Facevano parte della gang, sempre secondo l’accusa, anche gli italiani Giovanni Olimpio, 27 anni, parrucchiere a Fermignano (e’ ai domiciliari), Giuseppe Baratto, 36 anni, pescatore, di Taranto, residente a Fermignano e l’albanese Xhevair Domi, 24 anni, arrestato a Savona.

Ai domiciliari anche Murat Spaneshi, albanese, fornitore di droga di Domi. In cella, invece, l’ucraino Mykhaylo Bazyuk, 21 anni, residente a Fossombrone (dove si era fatto conoscere per aver sfregiato tempo fa un giovane del posto durante una festa di compleanno) e Bruno Xhahysa, 26 anni, albanese, di Mondavio, ma arrestato a Tortoreto (Teramo) dove si trovava per sposarsi.

Il gruppo, ma ognuno di fatto agiva per conto suo, spacciava tra Cagli, Fermignano e Urbania e non si facevano problemi a vendere marijuana anche a 14enni. Le dosi venivano nascoste spesso nei porta salviette dei bar, dove il cliente sapeva di andare a ritirarle. Il barista era ovviamente all’oscuro di tutto. Per i carabinieri, si tratta una delle piu’ importanti operazioni antidroga degli ultimi anni messe in atto nell’entroterra pesarese.

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