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Immigrazione, Lorena Rambaudi alla conferenza delle Regioni: “Soldi ci sono, serve lavorare sugli hub”

Il coordinatore degli assessori regionali al welfare ha relazionato sull'incontro avvenuto nei giorni scorsi al Viminale

lorena rambaudi

Regione. “I soldi per far fronte agli arrivi ci sono, ma siamo indietro sulla realizzazione degli hub regionali”. In occasione della conferenza delle Regioni, il coordinatore degli assessori regionali al welfare Lorena Rambaudi (a sua volta assessore in Liguria e candidata tra le fila del Pd alle prossime elezioni regionali) ha relazionato sull’incontro avvenuto nei giorni scorsi al Viminale a proposito della gestione dell’emergenza migranti.

Attualmente le persone accolte in Italia sono 81 mila. Lo scorso anno si prevedevano 60 mila immigrati, ma ne sono arrivati 190 mila. Cifre che vanno ben oltre le previsioni, ma che non allarmano eccessivamente: “La copertura economica c’è” ha precisato Rambaudi rispondendo al coordinatore degli assessori al bilancio, il leghista Massimo Garavaglia, secondo il quale la situazione sarebbe “fuori controllo”.

“Abbiamo verificato – ha aggiunto – le poste in bilancio ci sono, si tratta di 35 euro al giorno a persona. Su questo punto c’è un’intesa con lo Stato che non ha ovviamente scadenza. Il tema semmai è capire se vogliamo subire un processo a provare a gestirlo”.

Un tema che i governatori e gli amministratori locali devono affrontare è quello degli spazi. “Il ministro dell’interno Alfano – ha riferito Lorena Rambaudi – ci ha sollecitato a istituire gli hub regionali, una sorta di primissimo accesso per gli immigrati. Le Regioni sono indietro, solo l’Emilia Romagna ad oggi lo ha previsto“.

Migliore invece la situazione per l’accoglienza dei minori: gli hub regionali per i minori sono 10. “Confermiamo il modello di lavoro assunto finora – ha precisato Rambaudi – perché funziona. Bisogna semmai rafforzarlo, con un maggiore impegno a far funzionare i tavoli regionali. Le Regioni chiedono poi una cabina di regia al Governo ad alto livello, per una visione politica complessiva, che riguardi anche le azioni dell’Europa in materia. Infine, va ristretto il tempo che porta alla definizione dello status giuridico dell’immigrato, che ad oggi si attesta in circa 90 giorni”.

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