L'ex poliziotto killer

Auto a fuoco sulla A10, dietro il duplice omicidio l’ombra di una setta fotogallery video

Secondo gli inquirenti l'uomo avrebbe lasciato messaggi in cui sostiene di aver ucciso su ordine di una "santona"

Orco Feglino. C’è l’ombra della Santeria, un setta religiosa, sul mistero dell’incidente sulla A10 nel quale ha perso la vita Giancarlo Bossola, 60 anni, morto all’interno dell’Audi in fiamme insieme ad una donna.

Ha ancora i contorni del mistero il duplice omicidio di due donne, una italiana e una cubana, seguito dall’incidente fatale. A far scattare la follia omicida dell’ex poliziotto, secondo gli investigatori,  potrebbe essere stato l’avvicinamento, negli ultimi mesi, alla Santeria, una setta religiosa degli schiavi africani del Sudamerica. “Ho ucciso la maga cubana, ne ammazzerò altre poi mi tolgo la vita“, il macabro annuncio dell’uomo al 113, che ha dato inizio al giallo.

E’ notte fonda quando l’ex poliziotto chiama il centralino della questura di Genova. “Ho fatto quello che dovevo. Troverete le carte e capirete”. Una frase probabilmente riferita all’omicidio di Norma Ramirez, cubana di 52 anni, il cui cadavere è stato ritrovato nell’appartamento dell’uomo ad Alessandria, al quarto piano di via Pascoli. Gli investigatori la trovano sul letto, coperta da un piumone, completamente nuda: al collo una catenina, forse utilizzata per strangolarla. La morte risalirebbe ad alcuni giorni fa, probabilmente domenica sera, e secondo gli inquirenti sarebbe da ricondurre al suo presunto ruolo di “maga”: secondo i vicini di casa la donna, che frequentava Bossola da qualche tempo, aveva una passione per l’esoterismo.

Una versione che sarebbe confermata dalle stesse parole di Bossola contenute nei messaggi mandati durante le ultime ore di follia: “Io sono il prescelto. Devo farlo, è il mio compito. La santona mi ha ordinato di ucciderla“. Sul tavolo del soggiorno quattro lettere, con le ultime disposizioni dell’uomo e i riferimenti alla Santeria. “Siamo stati indicati, dobbiamo morire. Ho messo tutto a posto” e altre farneticazioni. “Ciao, ci vediamo nell’aldilà”, l’sms inviato ad alcuni amici intorno alle 21.30. A quell’ora, come dimostrano i tabulati telefonici, l’ex poliziotto è già diretto in Liguria, a bordo di un’Audi A6 che aveva noleggiato da alcuni giorni.

Ieri mattina la conclusione della fuga, con l’incidente sulla A10 all’altezza di Orco Feglino. L’Audi ha prima tamponato un’auto, quindi, in una carambola impazzita, ha colpito il muro alla destra, è rimbalzata sulla carreggiata verso sinistra e ha fatto alcune piroette. Una dinamica raccontata dal conducente dell’auto tamponata, che ha visto tutta la scena nel proprio specchietto retrovisore. L’uomo, preoccupato per il figlio piccolo che era a bordo sul sedile posteriore, si è allontanato di qualche centinaio di metri per poi fermarsi ad allertare il 118, e quindi non ha assistito ai secondi successivi: rimane dunque un mistero come l’auto abbia preso fuoco, togliendo la vita agli occupanti.

A bordo la Polizia ha ritrovato il cadavere di Bossola e quello di un’altra donna, la badante italiana dell’anziana madre. Gli investigatori della Squadra Mobile non escludono legami di natura sentimentale con entrambe le vittime. “Era una persona gentile, molto riservata, ma a posto”, dicono i vicini di casa dell’ex poliziotto, anche se qualcuno non nasconde che la morte della moglie, qualche anno fa, lo avesse sconvolto: “Sembrava un po’ fuori di testa”.

Sulla vicenda sono ancora numerosi gli interrogativi senza risposta. Non è chiaro infatti se la badante italiana, che assisteva l’anziana madre dell’uomo, sia stata uccisa prima del rogo dell’auto. E non è chiaro neppure come abbia preso fuoco la vettura. Gli investigatori, si legge in un comunicato della questura di Alessandria, “disconoscono le cause che hanno provocato l’incendio”, ma in via non ufficiale parlano di “incidente anomalo”. E attendono che l’autopsia sui due corpi carbonizzati, che sono stati ricomposti nella camera ardente di Pietra Ligure, dia qualche indicazione.

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