Comune nel mirino

Alassio, il Centro Pannunzio: “Inspiegabile il rifiuto di intitolare una via a Berrino e Schivo, si è fatto sul Lago Maggiore…”

Alassio. “Appare assai poco giustificato il rifiuto di intitolare un sedime di Alassio a Mario Berrino e a Tommaso Schivo, ormai vecchia proposta avanzata dal Centro Pannunzio nel 2011”. A dirlo è Pier Franco Quaglieni, direttore del Centro.

“Possiamo concordare con il Sindaco sulla inopportunità di creare disagio ai cittadini, cambiando il nome delle vie – ammette – ma non possiamo non ricordare al sindaco che la deroga dei dieci anni è prassi abbastanza comune in quasi tutti i comuni: si richiede al Prefetto, motivando l’eccezione alla regola. Di norma, viene concessa”.

“Può essere accettabile anche l’idea di un giardino – propone Quaglieni in alternativa – ma non è possibile dimenticare due figure di grandi alassini come Berrino e Schivo. Berrino ha, tra l’altro, una caratura di rilievo internazionale. L’esempio di Ispra, comune sul Lago Maggiore, che dedicò parte del suo lungolago a Berrino, sta a testimoniare che la via è praticabile anche da Alassio. Basta volerlo ed io mi rifiuto di credere, conoscendolo di persona, che il sindaco Canepa non abbia la sensibilità per comprendere che la memoria storica della città va tutelata”.

Forse certe rigidità vanno individuate in pezzi della sua maggioranza – ipotizza Quaglieni, che conclude – Ci dimentichiamo gli orrori di Alassio di quando un sindaco mise dappertutto targhe con scritto ‘Arasce’ e battezzò con intitolazioni dialettali le vie? Quelli sì erano cose aberranti in termini culturali”.

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