Vita di chiesa

La difesa del vescovo Mario Oliveri passa anche attraverso il web

In molti si domandano se domani il presule celebrerà la messa con Borghetti

oliveri

Albenga. Qualcuno l’ha definita una rivoluzione copernicana, altri un vero e proprio terremoto. Una cosa è certa: l’arrivo del coauditore ad Albenga ha aperto una ferita profonda tra i “tradizionalisti” quelli che da sempre sostenevano la missione pastorale del vescovo Mario Oliveri. E continuano a farlo attraverso i social network.

Il presule di Albenga ha un gruppo tutto suo con 667 membri iscritti. L’ultimo messaggio è di ieri sera: “Anche gli amministratori del Gruppo “S.E.R. Monsignor Mario Oliveri – Chi non vorrebbe un Vescovo così?!” invitano tutti gli amici, vicini e lontani a sostenere con l’affetto e soprattutto con la preghiera il nostro amato Vescovo +Mario, che per tutti noi è Padre e Maestro autentico, affinché il Signore gli dia forza, serenità e pace per continuare ad essere fedele testimone del Vangelo, perché continui a confermarci nella fede, perchè con la sua parola e l’ esempio della sua vita ci indichi ancora la via da seguire”.

Ancora maggiore è il numero degli iscritti alla pagina monsignor Mario Oliveri con 2495 iscritti. E non mancano i messaggi che da giorni vengono inviati via sms e Whatsapp tra coloro che difendono l’opera del presule ora senza poteri. In molti si domandano se domani Mario Oliveri celebrerà la messa della “Domenica delle Palme” accanto al coadiutore Guglielmo Borghetti che di fatto ha chiuso l’era del presule dopo 24 anni al governo della Diocesi di Albenga e Imperia.

“Il Pontefice ha mostrato di avere a cuore la diocesi di Albenga, inviando un coadiutore che però ha le prerogative per condurre la diocesi a 360 gradi”. Con queste parole, dolci nei toni ma chiare e dirette come suo costume, Guglielmo Borghetti pochi giorni fa ha spazzato via in tre secondi ogni residuo dubbio sul futuro immediato della diocesi ingauna e su quella che sarà una coabitazione solo formale tra i due vescovi.

Abile comunicatore come Francesco, il nuovo vescovo ha anche messo mano ad un nuovo sito della Diocesi che risulta essere consultato anche dagli stessi tradizionalisti.
“Il titolo di Vescovo diocesano resta a monsignor Mario Oliveri – aveva detto solo qualche giorno fa -, ma il Papa ha voluto affidare a me le gestione di tutti gli aspetti della vita diocesana. Una decisione che deriva dal cuore di padre del Pastore di tutta la chiesa”.

Il neo vescovo che non vuole sentire parlare di rivoluzione e dice che la successione avverrà nel segno della fraternità, ma anche nella discontinuità, e neanche di diocesi chiacchierata, si era lasciato scappare che il Papa conosce bene le sofferenze della Chiesa ingauna. Parole pronunciate pubblicamente subito dopo la messa di ingresso, celebrata in seminario per i soli sacerdoti.

Una cosa è certa:  mai nella storia della Chiesa l’articolo 381 del codice ecclesiastico era stato applicato in maniera così rigorosa e totale, cioè cancellando tutte le mansioni del vescovo titolare.

 

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