L'impresa no limits

Alessandro Beltrame dalla Valbormida in Kirghizistan verso la montagna senza nome

Viaggio verso una vetta ignota per tre alpinisti, un cairese e due cuneesi. "Nessuno aveva mai osato scalare quella montagna tra le nuvole"

Cairo Montenotte. E’ partito il giorno della festa del papà dalla sua Cairo Montenotte. Prima destinazione Torino. Dall’aeroporto della Mole viaggio in aereo fino in Turchia e ultima destinazione Kirghizistan. Insieme ad altri due amici alpinisti come lui, Paolo Rabbia e Marco Benini, entrambi cuneesi, sono pronti ad una sfida impossibile: scalare in dieci giorni una montagna alta 4.800 metri che però non ha un nome. “Quel nome glielo daremo noi”, dice sorridendo Alessandro che ha alle spalle viaggi in Antartide, deserto e America del Sud.

Mappa in mano, attrezzatura tecnica e una buona dose di coraggio raggiungeranno Tien Shan, uno sperduto villaggio dove la neve, ma soprattutto il ghiaccio, decide il corso della vita: fa un freddo da morire. Talvolta il termometro non riesce neppure ad indicare la temperatura che crolla fino a meno 30, meno 40. “Ecco ci stiamo preparando ad una spedizione no limits. Per cosa? Per realizzare un docu-film che poi si vedrà sul web e sulla piattaforma Sky”.

Un viaggio che durerà due settimane: arrivati nella Capitale del  Kirghizistan per i tre avventurieri inizia già una parte abbastanza complicata. Con un fuoristrada raggiungeranno il villaggio sotto la catena montuosa di Tien Shan, uno vero e proprio spettacolo della natura. Quindi in sella ad un cavallo raggiungeranno la via che Paolo Rabbia, ranger piemontese, aveva scoperto in una precedente spedizione, era il 2011.

“Quindi ci metteremo gli sci ai piedi e inizieremo la lunghissima camminata di almeno dieci giorni con un clima rigidissimo e probabilmente anche con condizioni meteo assolutamente proibitive – racconta ancora Beltrame mentre sta infilando nello zaino moschettoni, corde e le ultime attrezzature di sicurezza prima della spedizione – L’ultima parte sarà forse quella più complicata: troveremo ghiaccio e roccia. E allora dovremo usare la tecnica dell’arrampicata e una buona dose di fortuna. Una volta arrivati in vetta inizieremo la fase di studio. Il nome lo decideremo arrivati lassù con un bel selfie che entrerà nella storia.  Se la montagna ci lascerà accarezzarla a quel punto gli daremo un nome”.

Che cosa spinge Alessandro e i due amici? “La natura è vita ed è la nostra stessa salvezza, non soltanto fisica” così come dice Walter Bonatti, grande esploratore ed alpinista”. Affascinati dai viaggi e dall’avventura, tra discese delle mandrie di cavalli e yak dagli alpeggi, in quella natura incontaminata,  Beltrame e i due amici cuneesi, tenteranno quella scalata che li porterà nella storia dell’alpinismo mondiale. Nessuno aveva mai osato andare lassù tra le nuvole dove il cielo si tocca davvero con un dito.

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