Savona. Nessun patteggiamento o altro rito alternativo. Il maresciallo Santino Piazza, come aveva anticipato qualche settimana fa, affronterà il processo ordinario in tribunale per l’accusa di circonvenzione d’incapace.
La conferma è arrivata questa mattina nel corso dell’udienza che il giudice Marco Canepa aveva fissato per “rimettere in termini” la difesa dopo che il procedimento per Piazza era, di fatto, ripartito da zero (la Cassazione aveva infatti annullato il patteggiamento ad un anno e due mesi di reclusione definito il 10 gennaio 2014). I difensori dell’imputato, gli avvocati Ennio Pischedda e Vittorio Varalli, oggi non hanno presentato nessuna richiesta per procedere con un rito alternativo e, di conseguenza, il giudice ha rinviato il processo al prossimo aprile.
Nella scorsa udienza l’avvocato Pischedda aveva presentato una serie di eccezioni: un problema di incompatibilità del gip che aveva disposto il giudizio immediato (perché era lo stesso che aveva eseguito la misura cautelare), ma anche una violazione del diritto alla difesa. Il processo infatti era stato fissato prima che l’incidente probatorio fosse terminato e quindi prima che si conoscesse l’esito della perizia. Eccezioni che erano state parzialmente rigettate dal giudice che non aveva annullato la citazione a giudizio, ma aveva appunto rimesso in termini la difesa (permettendo ai difensori di Piazza di avere quindici giorni di tempo per valutare la possibilità di chiedere un rito alternativo come accade dopo la fissazione del rito immediato).
Visto che questa mattina non è stata presentata nessuna istanza dalla difesa il processo sarà celebrato con un rito ordinario come aveva preannunciato il maresciallo Piazza. L’imputato, scambiando qualche parola con i cronisti nella scorsa udienza, aveva ribadito: “A gennaio 2014 la scelta di patteggiare fu dettata dalla stanchezza. Se non avessi accettato quella soluzione sarei rimasto agli arresti domiciliari per altro tempo e non me la sono sentita. Adesso è diverso: sono libero, sono sereno e determinato a far emergere la verità”.
Il patteggiamento era stato impugnato dal Procuratore Generale della Corte d’Appello di Genova e poi annullato dalla Cassazione perché era stata ravvisata una “violazione di legge” (in particolare era contestata la fase del giudizio in cui era stato ammesso il rito alternativo senza che fosse stato chiesto entro i termini previsti dal codice).
I guai per Piazza, vice comandante della stazione carabinieri di Pietra Ligure, erano iniziati all’inizio del luglio 2013 con l’arresto per l’accusa di circonvenzione d’incapace nei confronti di una novantenne dalla quale era stato nominato erede universale. La Procura contestava al militare proprio questa nomina, ma anche di aver ottenuto che una somma di centomila euro fosse divisa a metà e versata su due libretti postali, uno intestato a lui e l’altro cointestato, nonché di essere depositario di una procura speciale e generale da parte della signora. Secondo l’accusa, nonostante l’anziana lo abbia difeso anche in sede di incidente probatorio, non ci sarebbero stati dubbi sul fatto che il maresciallo Piazza abbia conquistato la sua fiducia con l’intento di raggirarla.
Nel corso delle indagini su questo caso i carabinieri avevano scoperto un secondo presunto caso di circonvenzione verso una vedova di 85 anni (che nel frattempo è deceduta), sempre di Pietra Ligure. Accuse che Piazza ha sempre respinto con decisione: “Non ho mai preso un centesimo” ha ribadito ancora stamattina. “Sono determinato a dimostrare come stanno le cose. Voglio affrontare il processo. Lo faccio anche per i miei figli: un domani almeno potranno leggere nero su bianco i verbali e vedere quello che è successo”.