Economia

Tirreno Power, gli ambientalisti al Governo: “La politica non può scavalcare le norme”

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado Ligure. Greenpeace, Legambiente e Wwf intervengono sulla vicenda della centrale a carbone di Tirreno Power a Vado Ligure a seguito dell’incontro svoltosi due giorni fa a Roma tra Governo, azienda, sindacati e amministrazioni locali.

Secondo gli ambientalisti, “il tentativo di risolvere sul piano ‘politico’ una vicenda di stretta pertinenza ‘amministrativa’ espone a profili di illegittimità, oltre ad essere un modo possibilmente equivoco per favorire l’azienda a scapito dell’ambiente e della salute pubblica. Infatti, alla luce della normativa europea e nazionale, per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale cui è assoggettato l’impianto in esame, spetta ai competenti organismi amministrativi e tecnico-scientifici l’adozione delle prescrizioni volte ad assicurare un elevato livello di qualità ambientale e sanitaria, senza che vi siano spazi per “correzioni” dei contenuti autorizzativi allo scopo di venire incontro alle esigenze dichiarate dal titolare degli impianti. Ne consegue che l’eventuale tentativo di spostare in sedi di contrattazione politico-sindacale decisioni che hanno connotazione strettamente tecnica (quali il rilascio di autorizzazioni ambientali) appare irrituale e assai discutibile”.

Greenpeace, Legambiente e WWF chiedono al governo e agli organi competenti “la massima trasparenza riguardo a quanto si va discutendo e decidendo, e l’apertura, in tempi strettissimi e preliminarmente a qualsiasi decisione, di un tavolo di confronto anche con le associazioni, in quanto portatrici riconosciute di interessi diffusi in materia di ambiente e salute”.

E poi aggiungono: “E’ importante ricordare che l’impianto Tirreno Power di Vado Ligure è oggetto di sequestro preventivo da parte della Procura di Savona. Sull’attività della centrale termoelettrica in esame la magistratura penale ha ritenuto di dover rilevare la violazione dell’articolo 434, comma 2 del codice penale di disastro doloso procedendo nel marzo 2014 al sequestro dei gruppi a carbone. Le stime della procura ascrivono alle emissioni della centrale di Vado Ligure un impatto pari alla morte prematura di oltre 400 persone, per il funzionamento dell’impianto negli anni compresi tra il 2000 e il 2007”.

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