La nomina

Giovanni De Filippi neo presidente delle Opere Sociali

giovanni de filippi

Savona. E’ Giovanni De Filippi (ex presidente Ascom di Savona e imprenditore) il nuovo presidente delle Opere Sociali di Savona. Subentra  a Donatella Ramello. Sarà affiancato da Roberto Grignolo, Claudio Sabatini, Pietro Li Calzi (membro regionale riconfermato) e Ilenia Porro. E’ stato il sindaco Federico Berruti a nominare il nuovo Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione dura in carica cinque anni e può essere riconfermato per una sola volta e dovrà gestire case di riposo, immobili di pregio e di alloggi frutto lasciti: un patrimonio  che si aggira intorno ai 30 milioni di euro.

“E’ un impegno sicuramente importante, ma anche gravoso – sono le prime parole del neo presidente De Filippi – Ho accettato questo incarico, ma è stato anche meditato. Richiede molta partecipazione e spero quindi poterci dedicare passione e determinazione nelle scelte e nella programmazione con tutti i consiglieri. Tra i primi punti del nostro programma c’è sicuramente la nomina del neo direttore”.

“Si tratta di una squadra – ha sottolineato il sindaco Federico Berruti – in grado di interpretare le due anime delle Opere Sociali: quella solidaristica, che appartiene storicamente alla città, e quella aziendale. Una squadra in grado, inoltre, di rappresentare sia l’anima laica che quella religiosa della città. Auguro al nuovo CDA buon lavoro e ringrazio i membri uscenti per l’ottimo lavoro svolto”.

Le Opere Sociali di N.S. di Misericordia sono un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona con sede legale in Savona, via Paleocapa, 4/3. Il marchio dell’Azienda consiste nella dicitura “Opere Sociali di N.S. di Misericordia di Savona” e da un’impronta tonda con sfondo chiaro entro la quale appare il disegno stilizzato dell’Apparizione di N.S. di Misericordia al Beato Botta inginocchiato; l’impronta è contornata dalla dicitura “Apparitio B. Maria Virginis de Misericordia Civitatis Saone MDCX”.

Tra gli obiettivi delle Opere Sociali di Savona figurano il sostegno, l’accoglienza ed il ricovero di persone di ambo i sessi le quali per avanzata età, o per non autosufficienza fisica o psichica, o per infermità croniche, siano impossibilitate a provvedere in tutto o in parte alla propria cura e sostentamento e si trovino in condizioni disagiate; il sostegno, l’accoglienza e la cura dell’infanzia mediante iniziative e strutture a carattere socio-educativo per minori ed adolescenti che si trovino in condizione di emarginazione o disagio personale o sociale.

Le Opere Sociali svolgono anche attività atte a favorire ogni amministrazione pubblica, istituzione privata, del terzo settore o organizzazione di volontariato che svolga funzioni compatibili con gli scopi istituzionali propri, nell’ambito della programmazione comunale e regionale.

Il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’A.P.S.P. determinerà l’indirizzo politicoamministrativo dell’Azienda mediante l’adozione di atti fondamentali, di programmazione e delle altre deliberazioni previste dal presente Statuto. Sarà ora compito di De Filippi e dei consiglieri verificare l’azione amministrativa e gestionale dell’Azienda, definire gli obiettivi perseguibili ed i programmi di attività, nominare il direttore sulla base dei criteri e secondo le modalità stabilite dallo Statuto, adottare il regolamento di organizzazione dell’Azienda, approvare i bilanci, le modifiche dello Statuto e i regolamenti interni.

Intanto, ed è di pochi giorni fa, la notizia che il Consiglio di amministrazione delle Opere Sociali non dovrà restituire gli stipendi presi dal 2010 al 2012. Circa 200 mila euro di gettoni di presenza incassati in due anni e mezzo  (dal luglio 2010 al dicembre 2012) che l’ex presidente e sei consiglieri dell’ente rischiavano di dover restituire in base alla legge del 2010 che vieta agli enti che ricevono sovvenzioni pubbliche di prevedere l’erogazione di paghe e indennità.

A chiudere la vicenda è stata la Corte dei Conti, che il 20 febbraio scorso ha chiesto l’archiviazione della vertenza sulla presunta appropriazione indebita di stipendi dell’ex presidente Donatella Ramello, e dei consiglieri Massimo Fantoni, Piero Astengo, Carlo Cipollina, Antonella Brandone, Lorenzo Prando e Vincenzo Catalano. Le cifre erano così suddivise: circa 60 mila euro la cifra chiesta indietro all’ex presidente, che percepiva 1800 euro netti al mese, e circa 800 euro mensili per ogni consigliere, per un totale di circa 145 mila euro.

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