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Giovani e occupazione, integrazione difficile in Liguria. Grasso (Confartigianato): “Incentivare il doppio binario scuola-lavoro”

giancarlo grasso - confartigianato

Liguria. L’integrazione tra giovani e mondo del lavoro parla di una Liguria ancora lontana dal resto dell’Italia (e dell’Europa). Secondo gli ultimi dati Istat elaborati dall’Ufficio studi Confartigianato, solo il 14,5% dei ragazzi liguri tra i 15 e i 24 anni ha un’occupazione (siamo 12esimi nella classifica nazionale), contro il 27,6% dei trentini, il 23,5% dei friulani e il 21,4% dei veneti.

I disoccupati toccano il 47,5%, contro il 43,9% della media italiana: ancora una volta ai primi posti si trovano le regioni del Nord (in primis proprio Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto), mentre il fanalino di coda è il Sud (Abruzzo e Sicilia toccano addirittura punte del 68% di giovani disoccupati). A livello provinciale (gli ultimi dati disponibili si fermano al 2013), la situazione peggiore alla Spezia (disoccupazione giovanile al 47,8%), seguita da Savona (42,5%), Imperia (41,5%) e Genova (39,9%).

“Un quadro sconfortante per i giovani liguri, autentica risorsa per la nostra regione – spiega Giancarlo Grasso (nella foto), presidente di Confartigianato Liguria -. Una situazione aggravata, purtroppo, da una scarsa integrazione tra scuola e lavoro, doppio binario che va invece incentivato anche attraverso percorsi obbligatori di alternanza”.

“La formazione è fondamentale – prosegue Grasso -, soprattutto nelle micro e piccole imprese, per avvicinare i giovani al mestiere e aiutarli a crescere professionalmente, inquadrandoli anche all’interno di un percorso di tirocinio o di apprendistato. L’Italia deve spingere maggiormente su questo tasto: siamo ancora troppo lontani dai livelli dell’Unione europea”.

In base agli ultimi dati Eurostat e ministero del Lavoro, in Italia i giovani under 25 impegnati in un percorso formativo scolastico o lavorativo sono il 63,7% della popolazione di riferimento. Ma solo il 2,2% della popolazione di riferimento è in formazione e nello stesso tempo occupato: il grado di integrazione tra il mondo del lavoro e la formazione risulta così di gran lunga inferiore al 13% della media Ue. Basti pensare che se in Italia su 100 giovani in formazione solo il 3,5% è occupato, in Germania il rapporto sale al 36,2%, al 33,5% nel Regno Unito e al 17,8% in Francia.

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