Consiglio regionale, nuove norme sulla caccia. Insorgono le associazioni: “Solo favori pre-elettorali”

caccia merula

Liguria. Con 29 voti favorevoli e 1 astenuto (Giancarlo Manti, Pd) è stata approvata la proposta di legge “Modifiche alla legge regionale 1 luglio 1994 n. 29 (norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio)”, presentata da Francesco Bruzzone, Maurizio Torterolo ed Edoardo Rixi della Lega Nord Liguria-pPdania, ai quali si sono poi aggiunti Angelo Barbero (Gruppo misto) e Gino Garibaldi (Ncd).

Sono stai approvati alcuni emendamenti. Uno, che ha come primo firmatario Antonino Oliveri (Pd), sottoscritto anche da altri due componenti del Pd, Giancarlo Manti e Sergio Sciblia, elimina la possibilità di utilizzare l’arco da caccia, sulla base di specifica regolamentazione adottata dalle Province, per il prelievo selettivo agli ungulati.

Approvati alcuni emendamenti presentati da Francesco Bruzzone, uno dei quali elimina le indicazioni da seguire in caso di eventuale sospensiva della delibera del Consiglio regionale inerente il calendario venatorio per la stagione di caccia, che non si rendono più necessarie, come ha avuto modo di spiegare lo stesso Bruzzone.

Si introduce nella norma regionale il divieto di utilizzo di munizioni contenenti piombo nelle zone umide quali quelle definite dalla Convenzione di Ramsar, già previsto negli ultimi due calendari venatori regionali. In questo modo tale divieto acquisisce maggior valenza e oltre ad aumentare la tutela di particolari habitat e specie di pregio contribuisce a chiarire come, al di fuori di tali finalità, non siano previste ulteriori limitazioni.

Sul provvedimento varato dall’assemblea regionale insorgono le associazioni ambientaliste e animaliste: “Un testo di poche righe, finalizzato a consentire permanentemente dappertutto l’uso di munizioni per fucile e carabina con la palla unica (ogiva) in piombo, tranne che in (inesistenti) zone paludose o acquitrinose”.

“In sostanza lo scopo della legge regionale varata è quello di aggirare le sospensive disposte dal TAR Liguria negli ultimi 3 anni in merito al calendario venatorio regionale (le regole per la stagione di caccia da settembre a fine gennaio), che si erano soffermate sull’inosservanza del parere fornito dall’Istituto Superiore per la Fauna Selvatica (ISPRA), in materia di tossicità delle carni di ungulati (daini, caprioli, camosci, cinghiali), oggetto di cottura in presenza di scarsamente visibili tracce o frammenti di piombo delle munizioni più comunemente utilizzate”.

“L’ISPRA suggerisce da diversi anni, nei pareri obbligatori resi alle regioni, di sostituire con munizioni monolitiche atossiche (come quelle con palla unica in rame) le munizioni in piombo usate nella caccia agli ungulati: per evitare, nei consumatori, l’effetto combinato di cottura carne+piombo+acidità da condimenti e succhi gastrici, e la conseguente più facile assimilazione di tracce del metallo nel sangue (rischio maggiore per i bambini); per evitare l’avvelenamento sul territorio di rari rapaci (come l’aquila reale), che si cibano degli scarti di cinghiali o caprioli eviscerati in campagna dai cacciatori, contenenti tracce di munizionamento” aggiungono le associazioni.

“Effetti del piombo sulla salute umana: tra i sintomi più caratteristici – peraltro effetti secondari di molte malattie – rientrano l’ipertensione, la riduzione delle funzioni renali, forme lievi di declino delle funzioni cognitive, anomalie delle funzioni riproduttive negli adulti e ritardo di sviluppo nei bambini. Dosi bassissime sono sufficienti a determinare danni permanenti al sistema nervoso per il feto in crescita, pertanto le donne in stato di gravidanza sono da considerare soggetti particolarmente a rischio”.

“Accantonata invece, per evidente imbarazzo politico, la iniziale proposta di alcuni consiglieri del Pd per introdurre anche la caccia con l’arco a daini, camosci e caprioli, dopo le numerose proteste dell’Enpa di alcuni gruppi animalisti; la caccia a caprioli e daini resta pertanto ammessa solo con l’uso di carabina munita di ottica di mira. La caccia al cinghiale è praticata da squadre di cacciatori con uso di segugi”.

WWF e Lega Abolizione Caccia “rimarcano l’ennesimo disprezzo, da parte del Consiglio regionale della Liguria, per la sensibilità dei cittadini e per la salvaguardia della salute dei consumatori, solo per porre in essere piccoli favori pre-elettorali in direzione di una ridotta ma sempre prepotente frangia di “clientes” concludono.

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