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Terza Categoria: umiltà, abnegazione e progetto vincente. Le parole di mister Amedeo Di Latte, dominatore col FC Alassiorisultati

f.c. alassio logo

Savona. La voce del padrone sul campionato. La voce è quella di Amedeo Di Latte, il tecnico del FC Alassio chiamato dal presidente Vincenzi a guidare una corazzata costruita per vincere. Oggi ma, soprattutto, negli anni a venire.

Umiltà, grande professionalità e programmazione. Questi alcuni dei temi che, in un primo bilancio stagionale, l’allenatore ex Loanesi e Taggia fa ai microfoni di IVG.it

“Sono molto soddisfatto – esordisce l’allenatore – Chiudere a punteggio pieno il girone era il nostro primo obiettivo e siamo felici d’averlo rispettato”.

Risultato prevedibile visto il divario tecnico tra la neo nata squadra costruita dal presidente Vincenzi e il resto delle compagini.

Mister Di Latte, però, guarda avanti: “Il progetto è importante e siamo solo all’inizio di questo percorso. Il Presidente Vincenzi ha idee ben chiare.

Ha scelto ottimi collaboratori. Con due di loro ho un rapporto più diretto. Il direttore sig. Gallo è un uomo di una disponibilità fantastica e di una competenza da vero professionista. L’altro è il Sig. Falabrino, un segretario splendido e prezioso. Sono contento che la mia città natia, sia tra le pochissime in regione, che può e potrà sognare grazie ad una programmazione sportiva seria, competente e che tende la mano al sociale, con iniziative nobili, come quella della borsa di studio”.

E, il progetto non riguarda solo la prima squadra. Il presidente Vincenzi è un uomo ambizioso. I suoi risultati – vedasi le vittorie con l’Andora e la Veloce – sono di tutto rispetto: “ Eh si, il Presidente ha un palmares importante e ricco di successi. Lo dicono i fatti! A me piacciono le persone schiette e dirette. Con i finti non sono mai andato d’accordo. Ci conosciamo da anni ma non avevo mai guidato una sua squadra. Ha grande rispetto dei ruoli. Da suo allenatore le cose che mi gratificano sono molte ma tre in particolare”.

“La prima è il settore giovanile – comincia ad elencare il tecnico – Il presidente mi chiede spesso di andare a vedere i nostri giovani perché il suo più grande sogno è quello di costruire un vivaio che diventi il fiore all’occhiello della società”.

“La seconda – continua Di Latte – è l’idea condivisa di raggiungere la vittoria grazie ad un gioco collettivo e piacevole. La terza, infine, è la sua telefonata di mezzanotte ogni volta che ci alleniamo. Questo è sintomo di attaccamento, grande passione e di forte rispetto verso quello che fa”.

I risultati dicono che tutto è stato molto semplice per giocatori come Montalto, Lupo solo per citarne alcuni. Ma Di Latte elogia i suoi uomini per l’abnegazione messa in campo finora: “All’inizio della stagione il nostro primo colloquio è stato incentrato sull’approccio alla categoria.

Nei miei anni trascorsi a Taggia, quando il campo era in terra, ho visto molte squadre blasonate arrivare con fare spocchioso e tutte sono tornate a casa a testa bassa. Ho detto che ai miei ragazzi che il loro obiettivo doveva esser quello di farsi stimare dalle squadre avversarie per umiltà e bel gioco. Ho chiesto a loro educazione, disponibilità e voglia di migliorarsi anche a 30 anni.

Beh devo dirti che mi reputo un allenatore super fortunato perché si sono dimostrati degli uomini speciali con un grandissimo amor proprio ed una professionalità eccezionale. I ragazzi hanno un grande spirito d’aggregazione e su campi particolari hanno dimostrato capacità d’adattamento.  Però a mangiar la pizza tutti insieme dobbiamo ancora migliorare!”, dice misteriosamente – segreti di spogliatoio? –  l’allenatore.

Nessuno, con ogni probabilità frenerà la corsa del FC Alassio. Le inseguitrici dovranno accontentarsi delle posizioni di rincalzo: “Questa categoria, logicamente, è nuova anche per me. Devo dire che il Cengio ha qualche individualità in più rispetto ad altri, con ragazzi disponibili tatticamente. Vedere poi più di 200 persone, molte anche di Alassio, allo scontro diretto, è stata una bella sensazione. Carcarese, Val Lerone e Riviera dei Fiori sono quelle che ho visto meglio organizzate. Il Murialdo, invece, ha dalla sua il difficile campo di casa, dove solo noi, se non erro, siamo riusciti a vincere.”

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