Bardineto. Si avvia verso la conclusione il processo per l’incidente mortale sul lavoro all’agriturismo “Oddone” di Bardineto. Questa mattina sono stati riascoltati in aula i due colleghi dell’operaio che perse la vita la mattina del 27 agosto del 2009. Terminate le audizioni il processo è stato rinviato al prossimo 19 febbraio per la discussione.
A giudizio ci sono i titolari della struttura, i fratelli Angelo, Emilio e Maria Nadia Oddone, e la ex compagna del primo, Giuseppina Ferrari che devono rispondere di omicidio volontario, violenza privata, lesioni, falso e di violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro (reato che il pm ha contestato in un secondo momento).
L’ipotesi dell’accusa è che i quattro non prestarono i soccorsi in maniera corretta: quel giorno infatti non fu allertato il 118, ma i feriti, oltre alla vittima Georghe Wladut Asavei si era infortunato anche il suo collega Dragan Novakovic, furono accompagnati in ospedale con mezzi privati. Una scelta che non avrebbe fatto altro che peggiorare le condizioni degli operai.
Proprio questo è stato l’oggetto della discussione dei periti di parte che in aula si sono dati battaglia. Da una parte la dottoressa Lucrezia Mazzarella, il medico legale che eseguì l’autopsia sulla vittima, che ha ribadito come con un soccorso tempestivo e specializzato la morte dell’operaio poteva essere evitata. Diversa l’opinione dei consulenti della difesa che hanno contestato la tesi dell’accusa sostenendo che le possibilità di salvarsi per Asavei sarebbero state ridotte anche mobilitando il 118.