Cronaca

Cambia il giudice, da ripetere l’audizione della mamma che accusa Don Fusta di favoreggiamento della pedofilia

Savona Tribunale

Pietra Ligure. E’ ripreso con una piccola battuta d’arresto il processo che vede a giudizio Don Luigi Fusta, l’ex parroco di San Nicolò, accusato di favoreggiamento personale di un pedofilo. A causa del cambio del giudice (il procedimento è stato assegnato a Francesco Giannone dopo che il collega Meloni è passato all’ufficio gip-gup), una parte dell’istruttoria dovrà essere rinnovata.

Questa mattina infatti le parti hanno dato il consenso ad acquisire i verbali delle deposizioni di buona parte dei testimoni ad esclusione di quello della parte offesa per il quale il difensore dell’imputato ha chiesto che l’audizione fosse ripetuta.

Al religioso viene contestato il fatto di aver consigliato alla madre di una presunta vittima di abusi di non sporgere denuncia alle autorità. I fatti presi in esame risalgono al 2006: al centro dell’episodio c’era una ragazzina dodicenne che, secondo l’accusa, venne palpeggiata da un sessantenne loanese, amico della famiglia, che si era detto disponibile a far compagnia alla piccola a letto con l’influenza (un procedimento che, lo scorso 22 ottobre, si era concluso con l’assoluzione dell’imputato “perché il fatto non sussiste”).

Nella prossima udienza del processo, fissata a marzo, la mamma della bimba che aveva raccontato di aver subito degli abusi sarà quindi chiamata ancora una volta a testimoniare in aula.

La donna nelle precedenti udienze, a proposito del giorno in cui incontrò Don Fusta, aveva raccontato: “Non ricordo bene il periodo, era gennaio o febbraio, ma andai a parlare con lui perché era parroco a Pietra Ligure. Non sapevo come comportarmi, se denunciare quello che era successo. Vedevo che mia figlia non dormiva più da sola e allora ho deciso di parlare con Don Fusta perché conosceva quella persona. Siamo andati nel suo ufficio in parrocchia ed eravamo solo noi due. Gli ho parlato di mia figlia e lui disse di non fare denuncia, di dirle che farlo è contro la chiesa”.

“Ricordo che alla fine della nostra chiacchierata mi ha fatto il gesto del ‘ti assolvo’ come se mi fossi confessata, ma per me non era una confessione. Io non gli ho detto il nome di quell’uomo, ma quello della moglie” aveva precisato ancora la mamma della presunta vittima.

Una versione che, salvo sorprese, sarà probabilmente ribadita anche davanti al giudice Giannone. Non è da escludere che alla luce dell’esito del processo “madre” (quello per la violenza sessuale) anche le accuse di favoreggiamento nei confronti di Don Fusta, al quale viene appunto contestato di aver “consigliato” alla mamma della piccola di non denunciare le presunte molestie subite dalla bimba, possano cadere.

Con l’assoluzione dell’uomo accusato di pedofilia, di fatto, verrebbe infatti a mancare anche il presupposto del reato di favoreggiamento: se gli abusi non ci sono stati, di conseguenza, nessuno può averli “favoriti”.

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