Economia

Imu, agricoltori in “rivolta”. Cia Liguria: “Solo ad Albenga e Ceriale mazzata da un milione e mezzo di euro”

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Provincia. Potrebbero passare alle vie di fatto gli agricoltori liguri, se il decreto di revisione delle aree di esenzione Imu per i terreni agricoli subisse una revisione. Prima di tutto non pagando la tassa.

Lo annuncia la Cia, Confederazione italiana Agricoltori, della Liguria che spiega come gli agricoltori della nostra Regione stiano “valutando di non pagare il tributo entro la scadenza prevista”.

“Lo Statuto del Contribuente parla chiaro – spiega il presidente ligure Aldo Alberto -. Un provvedimento che definisce un tributo deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale sessanta giorni prima di un’eventuale scadenza. Qui si sta invece parlando di un decreto di revisione delle aree di esenzione Imu per i terreni agricoli a nemmeno due settimane dalla data del 16 dicembre. Stiamo valutando di prenderci il tempo che la legge concede per fare le cose per bene e non pasticci come invece sta facendo il Governo”.

“Ad oggi – spiega ancora la Cia – a quanto risulta il decreto non è stato ancora approvato. È quindi evidente che arriverà a ridosso della scadenza dei termini di pagamento obbligando i proprietari dei terreni a pagare in un’unica soluzione (a differenza di quanto prevede ad oggi la legislazione sull’Imu), in tempi strettissimi ed in palese violazione dello Statuto del contribuente”.

Ma non solo: tributo comunale, l’Imu andrebbe modulato Comune per Comune. Un decreto dell’ultimo momento, invece, non garantirebbe i tempi tecnici necessari: “questo significherebbe che tutti gli agricoltori andrebbero a pagare l’aliquota più alta”.

“Gran parte della maggiore imposta Imu – osserva Ivano Moscamora, direttore regionale CIA – ricadrebbe sugli agricoltori, con importi in molti casi di alcune migliaia di euro, in una condizione di forte criticità per il settore ed in particolare per coloro che sono stati colpiti da avversità atmosferiche e che rischiano di dover corrispondere l’Imu anche su terreni agricoli colpiti da calamità naturali. Un esempio? Nella zona di Albenga e Ceriale duramente colpite dalle alluvioni – da una nostra sommaria stima – il tributo peserebbe sulle aziende per oltre un milione e mezzo”.

“Al Governo – conclude Aldo Alberto – avevamo chiesto la sospensione dei tributi ed il rinvio per favorire la ripresa nelle zone colpite dalle calamità. Se questa è la risposta credo faremo costretti a mettere in campo azioni che non avremmo mai voluto utilizzare, ma che sono indispensabili a tutelare la stessa sopravvivenza delle nostre imprese”.

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