Savona. “Bellezza e emergenza: la Liguria conosce bene entrambe le parole, purtroppo in questo periodo soprattutto la seconda. Questa credo debba sempre più diventare una consapevolezza, un territorio che è ricco di bellezze, storia e tradizioni ma che è molto fragile, e in alcuni contesti abusato, dove non si è badato alle conseguenze, occludendo e tombando i corsi d’acqua, o facendo interventi che oggi appaiono nella loro assoluta negatività”. Lo ha detto oggi il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli a Savona per il corso di giornalismo ambientale intitolato a Laura Conti.
“E poi c’è anche una condizione meteorologica particolare, molti hanno difficoltà a riconoscerla come cambio climatico. Sicuramente sono eventi che almeno in queste zone le persone non ricordano, sono straordinari e tutto questo fa un mix estremamente pericoloso per l’incolumità delle persone, e del quale non solo bisogna prendere coscienza, ma anche avere comportamenti conseguenti”.
“In attesa poi degli interventi strutturali: anche qui bisogna avere la consapevolezza che qualsiasi tipo di intervento strutturale non eliminerà mai quelle che sono le possibilità di frane o smottamento, soprattutto quando gli eventi sono estremi” aggiunge Gabrielli, che ha parlato in una Sala Rossa gremita di studenti, autorità cittadine e protezione civile savonese.
Di fronte all’emergenza maltempo che ha colpito il savonese ed il ponente ligure l’Aurelia rimane un tratto di viabilità fragile in diversi punti, così come i collegamenti nell’entroterra o le stesse strade provinciali: “Sicuramente qualcosa si può fare, ma anche qui avendo la consapevolezza che le risorse sono limitate. Serve un linguaggio di chiarezza e di onestà: non è sparando cifre che si può pensare alla risoluzione dei problemi” dice il capo della Protezione Civile.
“Bisogna fare delle scelte: non tutte le strade potranno essere ripristinate, non tutte potranno avere una condizione di manutenzione. Questa è la condizione del Paese, o accettiamo questa condizione o sennò entriamo in una spirale perversa in cui molte aspettative andranno deluse, e credo che queste rappresentino anche un elemento molto negativo per quel rapporto di credibilità che purtroppo nel nostro Paese sempre più si sta esaurendo tra le istituzioni e i cittadini”.
Quanto alla fragilità del territorio e alle responsabilità delle conseguenze di eventi calamitosi: “Questo di recriminare potrebbe anche essere uno sport abbastanza facile. Io credo che molto più onestamente e correttamente dovremmo prendere coscienza che sicuramente viviamo una condizione di grande difficoltà, e più che impegnarci nella ricerca di responsabilità passate che poi alla fin fine sono sempre spesso confuse e stratificate, credo che bisognerebbe intraprendere questo nuovo cammino di consapevolezza della condizione che siamo chiamati a vivere: da qui sia in termini di interventi ma soprattutto in termini di cultura dovremmo veramente fare un cambio di passo” conclude Gabrielli.