Vado Ligure. 1200 euro finora donati da 21 sostenitori, 5800 ancora da raccogliere, 40 giorni per farlo. Sono i numeri della campagna di crowdfunding per “La Centrale”, il documentario di Davide Rossi e Lorenzo Martellacci che si propone di raccontare il 2014 di Tirreno Power.
Un anno fondamentale nella storia della centrale a carbone, e potenzialmente decisivo: il sequestro dei gruppi disposto dalla Procura lo scorso 11 marzo ha portato alla cassa integrazione degli operai, e lo spettro di una chiusura definitiva è più che mai concreto.
“Da qui siamo partiti, pochi giorni dopo gli avvenimenti che hanno colto tutti di sorpresa, per raccontare la realtà di Vado Ligure, Quiliano e Savona – raccontano i due videomakers – Una situazione poco conosciuta, rispetto ad altre realtà che hanno conquistato le prime pagine dei giornali, ma che nella sua unicità rappresenta l’ennesimo caso emblematico di contrapposizione tra salute e lavoro”.
La voglia infatti è quella di raccontare non tanto la storia del sito produttivo, quanto il presente, gli accadimenti di questi ultimi mesi, visti dalle differenti prospettive di chi li sta vivendo: ambientalisti, operai, vittime. “L’intento è la realizzazione di un documentario che tratteggi gli elementi che in questa storia sono messi in gioco – spiegano i due registi – il lavoro (attraverso le parole degli operai), la salute (grazie all’intervento delle associazioni che se ne curano) e la quotidianità (registrata nei luoghi di aggregazione e di consumo, ma anche attraverso delle eccezioni)”.
Una pluralità di visuali che si riflette nel trailer, dove accanto alla vedova di un lavoratore di Tirreno Power (“Questa testimonianza la devo a mio marito e alle persone che non possono testimoniare perché ricattate”) parla un dipendente della centrale (“Non puoi dire alla banca ‘Non ho i soldi per il mutuo, sono in cassa integrazione’, loro non aspettano”).
Per completare il loro progetto, Rossi e Martellacci hanno lanciato una campagna di crowdfunding. “Siamo due giovani videomakers indipendenti che hanno portato avanti il proprio lavoro sino ad oggi solo con la passione e la voglia di raccontare una storia che ha la necessità di essere conosciuta, e divulgata” raccontano sulla pagina del progetto. Per vedere completato il documentario mancano ancora parte delle riprese, tutta la fase di montaggio e post-produzione (audio e video) e la distribuzione a mezzo DVD.
“Contribuendo ci aiuterete a completare questa opera che ci ha impegnato per diversi mesi, noi, che poche settimane dopo la decisione del Gip Fiorenza Giorgi abbiamo iniziato a girare e non abbiamo ancora terminato – è l’appello dei videomakers – In questo periodo si sono susseguiti molti avvenimenti e intendiamo racchiuderli nel nostro lavoro, dando forma alle parole e alle situazioni. Per questo però abbiamo bisogno del vostro supporto”.
Due i modi per sostenerli: aderire al crowdfunding promettendo una o più quote in denaro (da 10 euro l’una, ogni multiplo garantisce una “ricompensa” che va dal proprio nome nei titoli di coda a una copia del dvd) o partecipare alle cene e alle presentazioni di autofinanziamento sul territorio.