Cronaca

Tirreno Power, “diffida” ai Comuni di ambientalisti e comitati: “Gravi le delibere di Vado e Quiliano”

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado L. Sono giorni caldi e delicati sulla vicenda Tirreno Power. Da Roma i verbali sull’incontro tecnico di oggi per la nuova AIA sono stati secretati, in attesa che possa venire convocata la conferenza dei servizi definitiva, alla presenza dell’azienda, dopo il parere istruttorio espresso oggi in sede tecnica: sui contenuti sembra che in sede ministeriale le delibere degli enti locali siano state considerate in minima parte.

E non si fermano le critiche delle associazioni ambientaliste e dei comitati che si battono contro la centrale a carbone di Vado Ligure, giudicando inaccettabili le delibere di Regione prima, e Comuni dopo, per l’ok al progetto per il rilascio dell’Autorizzazione Ambientale Integrata.

Un pressing durato per giorni e giorni indirizzato agli enti locali chiamati ad esprimersi sulla nuova procedura in atto. Come se non bastasse ai Comuni di Vado e Quiliano è arrivata anche una chiara diffida, datata 30 settembre, a firma di diversi esponenti appartenente alla Rete, nella quale si invitavano i comuni a tenere conto delle indagini e delle risultanze scientifiche emerse dall’inchiesta della Procura savonese e a comportarsi conseguentemente, altrimenti sarebbero state pronte anche azioni legali.

E intanto dalla Rete Savonese Fermiamo il Carbone arriva il primo duro attacco dopo l’approvazione delle delibere: “Grave che un organo amministrativo contesti un’ordinanza di un giudice (giudicando non accettabile il punto fondamentale della misurazione al camino), e soprattutto che deliberi contro di essa”.

“Gli amministratori provano a ignorare tutto quanto sostenuto dalla Procura e soprattutto quanto scritto in questi mesi dal Giudice Fiorenza Giorgi nelle varie ordinanze anche successive al sequestro dei gruppi”.

“Gli amministratori sfidano inoltre la magistratura anche quando dichiarano anche che nella prima fase non si possa consentire il rispetto dei limiti emissivi inferiori delle MTD: quando questa è ritenuta dalla Procura una condizione imprescindibile alla riapertura” aggiunge la Rete.

“Non solo: gli amministratori ignorano volutamente che non è stata elaborata una nuova procedura VIA Valutazione di Impatto Ambientale, come prevede la legge di fronte a un nuovo progetto (come scritto anche dal Comitato Tecnico Scientifico).

“Inoltre nella delibera si ignora il recente miglioramento della qualità dell’aria (ossidi di zolfo -45% dal 2010/2011 a oggi nella centralina di Vado Ligure), provando a sostenere una tesi assurda e quasi irreale, ovvero che dal momento del sequestro e dell’interruzione della combustione di 5.000 tonnellate di carbone al giorno l’aria non sia migliorata” concludono ambientalisti e comitati.

Ecco la “diffida”

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