Amianto, 170 nuovi casi all’anno in Liguria. Montaldo: “Mantenere alta l’attenzione”

Albenga, lastre di amianto scaricate vicino al rio

La Liguria è una delle regioni in Italia che ha sviluppato più malattie legate all’amianto. Un trend che ha raggiunto l’apice e si attesta a 170 nuovi casi all’anno, con una tendenza al decremento per ora molto moderata ma che dovrebbe accelerare nei prossimi anni anche per la scomparsa delle fonti inquinanti. Sono alcuni dati contenuti nel Registro Mesoteliomi regionale presentato nell’ambito del convegno “Patologie amianto correlate: epidemiologia e prevenzione in Liguria”.

L’amianto causa principalmente due tipi di tumore: il tumore della pleura (mesotelioma) e quello polmonare. Il tumore della pleura è abbastanza raro e tutt’oggi incurabile (meno di 1500 nuovi casi all’anno in Italia) e si può manifestare a distanza di molti anni dall’esposizione. La distribuzione geografica dei casi di mesotelioma in Italia riflette quella della tipologia di lavoro presente sul territorio (porti e fabbriche di manufatti in amianto). La correlazione tra mesotelioma ed esposizione all’amianto è così specifica che per ogni caso viene sospettata e ricercata la possibile fonte di esposizione. Per la Liguria il 75% dei casi di mesotelioma è associabile alla storia lavorativa del paziente.

Le proiezioni sull’andamento dell’incidenza, che già da 15 anni indicavano che il picco si sarebbe verificato intorno al 2010 – 2020, con una successiva inversione e scomparsa del fenomeno nel giro di 1 o 2 decenni, sembrano confermate dai dati attuali.

Il tumore del polmone è invece molto frequente, specie tra i fumatori, anche nei soggetti non esposti ad amianto. Amianto e fumo di sigaretta agiscono, però, sinergicamente: gli esposti ad amianto che fumano hanno un rischio particolarmente elevato di questa neoplasia.

“In Liguria siamo di fronte ad una doppia emergenza per la salute e per i diritti – sostiene l’assessore alla Salute Claudio Montaldo – I lavoratori ai quali gli enti preposti avevano riconosciuto un diritto di legge sono stati successivamente privati di tale diritto, trasformando la questione del riconoscimento dei benefici derivanti dall’esposizione al rischio amianto, in un grande problema sociale con il blocco delle pensioni e di qualsiasi forma di retribuzione. Ci auguriamo che qualcosa si muova anche sul piano legislativo”.

Nonostante per i prossimi anni si preveda una diminuzione dei casi, secondo l’epidemiologo Paolo Bruzzi “non bisogna abbassare la guardia per il rischio che vecchie e nuove sacche di esposizione non ancora riconosciute possano mostrare i loro effetti nel tempo, per cui il ruolo della prevenzione primaria è sempre più importante”.

“Da un lato – conclude Bruzzi – serve la massima attenzione nella scoperta e messa in sicurezza dei materiali contenenti amianto, con una particolare attenzione alla protezione degli addetti. Dall’altro una continua vigilanza epidemiologica. In quest’ottica il Registro mesoteliomi, integrato nel sistema di registrazione sanitaria multifunzione della Regione Liguria, svolge un ruolo fondamentale”.

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