Smaltimento rifiuti, i Verdi: “Bene Cairo, Borgio e Savona, ora bisogna correre”

Riciclo rifiuti

Savona. Il tema delle discariche per i rifiuti urbani in questi giorni è sempre più attuale e i Verdi savonesi hanno deciso di analizzare la situazione del Savonese e dire la loro. “La Direttiva Europea che rendeva ‘obbligatorio’ il pre-trattamento dei rifiuti urbani con separazione della parte umida da quella secca, per ottenere il cosiddetto ‘stabilizzato’ (terriccio utile solo per coprire gli strati superficiali delle discariche), è di dieci anni fa. Che cosa hanno fatto le Amministrazioni per rispettare una normativa corretta che avrebbe consentito il passo decisivo per un naturale superamento delle discariche inquinanti e degli inceneritori?” spiega Gabriello Castellazzi.

“Solo oggi si registra una affannosa corsa per superare alcuni intoppi burocratici, realizzare in breve tempo gli impianti di ‘pre-trattamento’ dei rifiuti e separare la parte ‘umida’ ( la più problematica da smaltire) che dovrebbe invece, nella fase di raccolta, diventare la base per la formazione di quel prezioso ‘compost’ fertilizzante adatto all’agricoltura. La corretta strategia dell’Unione Europea era quella di ottenere quel recupero-riciclo di materiali utili in alternativa al conferimento in pericolose discariche ( future bombe ecologiche) o verso inceneritori (comunque inquinanti, anche se tecnologicamente avanzati). Non è il caso di far qui i nomi di coloro che, anche nel savonese, eludendo il problema e ignorando l’impostazione dell’ Unione Europea, ha invece puntato per anni su di un pericoloso e antieconomico inceneritore” aggiunge Castellazzi.

“Adesso è necessario correre per non vedere aumentate le tasse, a carico di tutti i cittadini, per pagare costi elevati di lunghi trasferimenti di quei rifiuti urbani che potrebbero essere invece facilmente riciclati, diventando fonte di lavoro nella nostra regione in un momento di pesante crisi occupazionale. Se non si procederà con grande impegno per recuperare il tempo perduto, 600 mila ton. di rifiuti (su un totale di 900 mila ton. prodotti annualmente in Liguria) dovranno essere smaltiti fuori regione, con costi che ricadranno non solo su chi ha sbagliato nella programmazione necessaria a risolvere il problema, ma anche su tutti noi. La nuova strategia virtuosa della cosiddetta ‘economia circolare’, voluta dall’Unione Europea, rende ogni materia prima, già utilizzata una prima volta (vetro, plastica, metalli, materia organica ecc.), non più ‘rifiuto’, ma nuova risorsa capace di rendere la nazione meno dipendente dall’import di materie prime, sempre più costose, sul mercato internazionale. L’operazione di ‘riciclo’ avrebbe inoltre un impatto positivo sul fronte occupazionale: studi mirati, a livello europeo, calcolano in 580 mila i possibili nuovi posti di lavoro” prosegue il portavoce dei Verdi.

Parlando nello specifico del Savonese Castellazzi spiega: “Per la provincia di Savona, dopo i risultati positivi di Pietra Ligure, Garlenda, Vendone, Tovo S. Giacomo (Comuni ‘ricicloni’ con raccolta differenziata superiore al 65%) e Noli, vicinissima al risultato, registriamo comportamenti virtuosi nei Comuni di Cairo Montenotte, Savona e Borgio Verezzi, che si stanno impegnando per ottenere i risultati programmati attuando strategie ormai collaudate: assemblee pubbliche per spiegare i nuovi sistemi di raccolta, coinvolgimento degli studenti delle scuole, pubblicazione di opuscoli con indicazioni dettagliate per un corretto comportamento nella selezione dei rifiuti e il corretto conferimento nei punti di raccolta”.

“Questo insieme di azioni dovrebbe trovare adesioni, a breve, anche in tutti gli altri Comuni savonesi in una nuova prospettiva di collaborazione: la gestione dei servizi di raccolta rifiuti, come numerose altre funzioni pubbliche, potranno avere maggior successo attraverso apposite convenzioni tra Comuni confinanti (o di vallata) in vista di futuri auspicabili nuovi assetti territoriali” conclude Castellazzi.

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