Scuola di Polizia Penitenziaria, Lorenzo (Sappe): “È una cattedrale nel deserto, ma il nuovo carcere non va fatto qui”

Cairo Montenotte. “Una cattedrale nel deserto”. Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria, definisce così la Scuola di Polizia Penitenziaria cairese, sottolineando come non venga impiegata al massimo delle sue potenzialità.

“E’ una delle più importanti d’Italia ed ha un potenziale infinito – afferma Lorenzo – e che si può sfruttare nel modo migliore. Ha una capienza di 250 posti che attualmente sono sfruttati da 50/60 allievi corsisti per volta. Questo il cittadino deve saperlo. Per il territorio questa scuola è importante, ha una storia alle spalle e non può essere abbandonata a se stessa. Le componenti politiche della Liguria devono porre un’attenzione maggiore su questa struttura”.

“E’ dell’amministrazione penitenziaria e della polizia penitenziaria – prosegue -, ma deve servire anche per il cittadino. Perché non valutare la possibilità di un polo interforze a disposizione del territorio, mettere tutte le forze di polizia che auspico non siano più cinque ma che diventino una sola e quindi tutte le risorse del territorio possano essere utilizzate a favore del cittadino. Oggi purtroppo così non è. E’ una cattedrale nel deserto”.

La Scuola di Polizia Penitenziaria cairese è un complesso dotato di strutture funzionali. “Dietro quei cancelli – dice il segretario del Sappe – ci sono una mensa da cinquecento posti, 250 posti letto che possono servire anche alla Protezione Civile, due palestre, due campi sportivi, il poligono di tiro, un’autorimessa molto efficace, aule di compagnia, aule multimediali, un’aula magna importantissima e inoltre è una struttura che può garantire sicurezza”.

Lorenzo boccia senza appello la proposta di insediare un istituto di pena negli spazi della Scuola di Polizia Penitenziaria. “Fare un carcere qui significa rattoppare un sistema che non serve né come scuola né come carcere. Oggi la Liguria ha bisogno del carcere di Savona nuovo, con 250 posti, che possa assorbire la capienza degli altri istituti. Ben venga il carcere nuovo – conclude -. Se Savona città non lo vuole lo facciano in Val Bormida, ma lo devono fare”.

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