Cronaca

Morte di Luisa Bonello, oggi l’autopsia. Zanardi: “Al suicidio non ci crede nessuno”, tutti i dubbi degli amici fotogallery

Savona. Sarà effettuata oggi dal medico legale Marco Canepa l’autopsia sul corpo di Luisa Bonello, la donna che si è suicidata ieri mattina, sparandosi un colpo di pistola, nel proprio appartamento di via Genova a Savona.

Sebbene gli investigatori non abbiano dubbi sul fatto che si tratti di un estremo gesto autolesionistico, il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro, che coordina le indagini, ha deciso di non lasciare nulla di intentato, aprendo un fascicolo sulla morte della donna a carico di ignoti con l’accusa di istigazione al suicidio.

Nel frattempo torna a far sentire la propria voce Francesco Zanardi, portavoce della rete l’Abuso, grande amico personale della donna e impegnato insieme a lei nella battaglia contro la pedofilia. Luisa Bonello, negli scorsi mesi, aveva denunciato presunti casi all’interno della chiesa savonese: aveva iniziato ad occuparsene raccogliendo la testimonianza di alcuni suoi pazienti vittime di abusi e si era poi recata anche in Vaticano, per consegnare i documenti raccolti alla Commissione contro la pedofilia.

Una situazione che porta Zanardi a dubitare dell’ipotesi suicidio. “Nessuno ci crede. Tranne il cane dei vicini nessuno nel palazzo ha sentito lo sparo – spiega – ho parlato con la vicina di sopra ed un altro vicino, mi hanno confermato di non aver udito nulla”. A rendere dubbia la versione ufficiale, secondo Zanardi, il comportamento della donna nelle ultime ore: “Luisa a mezzanotte ha telefonato ad un’amica, era serena. Ha fatto le valige, comprato qualche regalo da portare agli amici in Romania”.

E chi l’ha vista qualche giorno prima alla proiezione di un docu-film alla Ubik la descrive come “convinta e determinata”. Insomma, nulla che lasciasse presagire la tragedia. Per questo il gruppo di attivisti vicino alla Bonello ipotizza scenari più spaventosi: “Luisa aveva chiesto in procura di avere il telefono sotto controllo – rivela Zanardi – e voleva cambiare il proprio porto d’armi, non più per il tiro a segno ma per sicurezza personale”. La Bonello, insomma, si sarebbe sentita minacciata. Ad aprile scriveva: “Se non avessi tre cani metterei completamente in gioco la mia vita. Intanto per quello che vale… la giocherei per una buona causa”. E tornano alla mente le parole di un vicino, venerdì mattina: “Ma che suicidata, due mesi fa le volevano bruciare la macchina… quella era al centro del mirino”.

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