Cronaca

Carte per fare benzina a prezzi scontati, ma era tutto falso: indagati due savonesi

bank of fuel

Savona. Una carta prepagata che, a 99euro, permetteva di fare rifornimento di benzina per 140 euro. Questa la proposta della “Bank of Fuel” di Savona: peccato che fosse tutto falso.

E così due savonesi, Antonio Dettori e la figlia Patrizia, sono ora indagati dalla Procura di Savona. L’idea dei due era semplice: avevano prodotto una serie di carte, in tutto e per tutto simili a quelle di credito (tanto da riportare addirittura il logo del circuito Mastercard, ovviamente in modo illecito), con il marchio della loro fantomatica “Bank of Fuel”, e le avevano messe in vendita su un apposito sito, www.bankoffuel.it.

Diversi i tagli disponibili, 99, 149, 219, e 299 euro: e tutte garantivano un rifornimento di carburante per importi superiori a quanto pagato, con risparmi fino al 40% (la più cara permetteva di acquistare 470 euro di benzina). Il tutto, secondo quanto promesso dai due savonesi, era possibile grazie al fatto che “non lavoriamo solamente giovando degli enormi vantaggi derivanti dall’acquisto di grossi volumi di carburante ma anche dal fatto che interveniamo noi stessi incrementando esponenzialmente il ‘peso’ e lavorando su canali privilegiati”. E ancora: “Bank of Fuel consente ai suoi aderenti di giovare di forti risparmi grazie al concetto già sperimentato dei gruppi di acquisto. Ciò e stato ulteriormente migliorato grazie al fatto che non richiediamo quote associative una tantum e la nostra organizzazione può lavorare con volumi molto maggiori rispetto alle piccole realtà locali”.

I due savonesi avevano messo in atto una massiccia campagna pubblicitaria, con volantini nelle cassette postali in molte regioni, soprattutto del centro Italia. L’iniziativa però aveva ben presto scatenato i sospetti di molti: quegli sconti erano troppo alti per essere possibili, dato che il quasi 60% del prezzo del carburante è dovuto alle tasse e che il margine di guadagno per le compagnie oscilla tra il 7 e il 12%.

Già a fine agosto sul web proliferavano le indagini dei siti antibufala sulla B.O.F. Italia Srl, e gli avvisi a non cadere in quello che poteva rivelarsi un tranello. Diversi utenti avevano addirittura richiesto informazioni a Mastercard tramite Facebook, ottenendo sempre la stessa risposta: “Non abbiamo nessun tipo di rapporto con Bank Of Fuel”.

E così la Procura ha aperto un’indagine. Per ora tutto verte sull’utilizzo non autorizzato del marchio Mastercard (che ha richiesto ed ottenuto l’oscuramento del sito di Bank Of Fuel), ma nel momento in cui qualche acquirente proverà ad utilizzare una card, che ovviamente verrà rifiutata dal sistema, potrà prendere il via un filone di indagine più ampio, per frode o truffa.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.