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Missione Deutschland: la Figc savonese in viaggio studio nelle mitiche Germany Fussball Academy

calcio giovanile tedesco

Savona. Nemmeno il tempo di poter metabolizzare al meglio le impressioni ricavate dalla recente esperienza a contatto di una realtà calcistica in continuo cambiamento come quella anglossassone (maggio 2014 al Saint George’s Park di Londra per il Meeting sul calcio giovanile europeo a cui erano presenti personaggi del calibro di Mourinho e Guardiola) che l’iperdinamico mister delle rappresentative provinciali Felicino Vaniglia è già pronto per perlustrare con altri colleghi della federazione quali possano essere gli aspetti gestionali vincenti da cui derivano i travolgenti successi che la Germania sta ottenendo in tutti i campi dello sport, calcio in primis.

A fine agosto, infatti, parteciperà ad un interessante seminario di aggiornamento in terra teutonica, insieme ad altri colleghi collaboratori del Settore tecnico, dove sarà ospite del Bayern Monaco, la regina incontrastata della Bundesliga, l’unico club tedesco ad aver realizzato nel 2012/2013 il prestigioso “treble”.

Dopo aver preso i contatti necessari durante il mini-ritiro estivo di Riva del Garda ed Arco di Trento, la comitiva della Figc di cui farà parte è stata infatti ospitata a trascorrere tre giorni di aggiornamento presso il Sabener Strasse, il famoso quartier generale del München che dal 1971 rappresenta la struttura ideale per l’eccellenza dei servizi messi a disposizione di tutte le squadre giovanili.

Queste le aspettative del ct provinciale alla vigilia della partenza: “Per quanti, che come me, si dedicano con passione e professionalità alle tematiche attinenti al calcio junior, inutile negarlo, il fenomeno tedesco è divenuto un vero e proprio punto di riferimento ed in particolare il Bayern Monaco ne è l’esempio più eclatante e rinomato, non solo per i trofei conseguiti durante tutta la sua storia (ben cinque Champions League, l’ultima recentemente conquistata nel 2013 nella finale tutta made in Germany contro il Borussia Dortmund), ma anche e soprattutto per la gestione del vivaio”.

“Se precedenti spedizioni – prosegue Vaniglia – si sono concentrate principalmente sull’esame delle questioni inerenti la società in toto ed il suo management (sei gli indicatori analizzati per capire il boom: ricavi medi, rapporto fatturato/stipendi, patrimonio netto, rapporto fatturato/passivo, riempimento degli stadi, ranking Uefa per club), nel nostro caso seguiremo nel dettaglio quanto concerne l’organizzazione del settore giovanile, gli obiettivi e le esercitazioni proposte”.

Un’anticipazione del clima che ci attende ci è stata fornita dalle ultime dichiarazioni del responsabile Karl-Heinz Rummenigge del cui pensiero (molto chiaro) ricordiamo i passaggi base: “Con l’istituzione della propria Accademia il Bayern si è costruito un futuro. Abbiamo così condiviso la passione e le tradizioni del glorioso club biancorosso anche coi giovani calciatori del settore giovanile. Il Bayern Monaco acquisterà sempre dei campioni per la prima squadra, ma, allo stesso tempo, vogliamo anche dei talenti cresciuti nel vivaio. La grande forza è nel lavoro continuo e instancabile da parte dello staff, che da sempre ha cercato di trasmettere ai ragazzi la consapevolezza di far parte di una ‘grande famiglia’. Le giovanili sono state profondamente cambiate nel 1995 e a capo di tutto vi è una leggenda del calcio tedesco come Gerd Muller. Da quella data far parte della società tedesca è anche uno stile di vita. Nel settore giovanile si prediligono i giocatori che vivono nelle vicinanze, infatti, gli osservatori sono molto attivi nelle zone adiacenti a Monaco: Bastian Schweinsteiger, Thomas Müller e Holger Badstuber provengono tutti da zone poco distanti dalla centro della città (100 km di raggio il settore curato dagli scout bavaresi). Inoltre, nella rosa della prima squadra vi sono campioni del calibro di Tony Kroos (acquistato giovanissimo e lanciato in Bundesliga), Diego Contento e Philipp Lahm, tutti elementi provenienti dall’Accademia. Conti in ordine, investimenti in strutture più che in giocatori già affermati, gestione trasparente, largo ai giovani, grande attenzione al pubblico, internazionalizzazione, nuove tecnologie si sono rilevati essere i fattori vincenti”.

“Tutto questo – sottolinea Vaniglia – in fondo l’avevamo previsto anticipatamente anche noi tecnici italiani ben conoscendo la determinazione dei tedeschi. Se si legge ad esempio ‘Il calcio ai tempi dello spread’, il volume qualificato edito nel 2014 da Arel-Il Mulino, che propone una panoramica sulla condizione socio-economico-finanziaria del calcio internazionale e soprattutto europeo, si giunge del resto proprio a questa conclusione: il calcio tedesco oggi gode di una straordinaria condizione di salute. La Germania viene indicata come un punto di riferimento anche nel calcio, così come testimoniato dal calcolo del differenziale con i dati del resto d’Europa creando una formula in grado di confrontare i parametri economici, patrimoniali e sportivi delle cinque Leghe principali”.

“Fra le numerose ed intrecciate componenti di questo ‘miracolo calcistico’ – prosegue -, veri modelli di governance societaria che consentono trasparenza assoluta e forme di controllo, compaiono aspetti come la capacità di ideare formidabili piattaforme di comunicazione attraverso lo sfruttamento delle nuove tecnologie che consentono relazioni interattive anche commerciali e la realizzazione di un sistema di Academy certificate, strutture specialistiche per i settori giovanili obbligatorie, ispirate a rigorosi criteri di qualità e quantità a livello di infrastrutture, budget e staff tecnico impiegato, che hanno portato in pochi anni a cifre record di giocatori impiegati cresciuti nei vivai (oltre il 52% del totale)”.

“Tutte queste esemplari caratteristiche che garantiscono non solo un presente, ma anche un futuro pieno di successi, grazie alla straordinaria capacità delle società calcistiche tedesche di fare sistema, saranno l’oggetto delle nostre riflessioni sia in ambito operativo che metodologico, di cui daremo informazione al rientro in Italia attraverso un apposito forum dedicato e duranti alcuni incontri a tema che allestiremo in collaborazione con l’Aiac. Per quanto mi riguarda – conclude Vaniglia – più da vicino ho intenzione di promuovere un’iniziativa divulgativa che coinvolga gli allenatori locali di giovani calciatori al fine di trasferire quanto avrò appreso da questa interessante ed emozionante esperienza che mi appresto a vivere”.

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