La panchina diventa un divano: a Savona via Paleocapa ostaggio dei clochard

Savona. Quando si dice “il salotto buono” della città. Un’espressione sicuramente indicata se si parla di via Paleocapa, a Savona. Peccato che qualcuno l’abbia presa alla lettera: e se in un salotto non può mancare un divano, basta un po’ di ingegno per ricavarlo.

E’ quello che devono aver pensato alcuni clochard, che da tempo hanno eletto a propria residenza il tratto di portici più vicino alla Torretta: e così, domenica mattina, i commercianti giunti ad aprire i propri esercizi hanno trovato, tra lo stupore generale, una delle panchine sotto i portici letteralmente rifoderata e trasformata in un “divano” per la maggiore comodità degli occupanti.

La cosa farebbe anche sorridere, se non si trattasse dell’apice di un fenomeno decisamente più drammatico, sia per i residenti che per gli stessi clochard. “E’ ormai un mese che li troviamo da queste parti, tutte le sere – racconta la titolare di un negozio di abbigliamento – io ho paura, e quando passano preferisco non avvicinarmi”. Gli fa eco Daniele Orlando, titolare di un bar sotto i portici: “E’ una cosa poco igienica e un po’ scomoda per tutti, sia per chi lavora qua che per chi ci abita. Dormono anche nel mio dehor, e al mattino troviamo qualunque cosa: da materassi a coperte a deiezioni umane, che poi ovviamente qualcuno deve rimuovere”.

Il “divano” è durato poco: alcuni residenti nel corso della mattinata hanno provveduto a smantellarlo e a gettare via le coperte. Il problema, qui, è che la sopportazione è a livelli critici. “E’ una vergogna – tuona Arianna Monge, commessa – i barboni si prenotano il posto lasciandoci la roba. Usano i vasi di fiori come latrine, c’è una puzza tremenda e devono venire gli operatori ecologici a pulire. Ci vorrebbero maggiori controlli, e invece nessuno fa niente. E da cliente mi dà fastidio arrivare al bar e vedere nel dehor le tracce del loro passaggio: se sono dormitori pubblici, allora il comune smetta di tassarli”.

Il problema sorge soprattutto nelle ore serali, in cui il “passeggio” estivo porta, magari, famiglie con bambini a prendersi un gelato proprio mentre i clochard dormono su quelle panchine, avvolti nei loro copriletto. “L’altra sera erano ubriachi, litigavano – racconta la negoziante – uno aveva la sedia a rotelle, l’altro le stampelle. Abbiamo dovuto chiamare la volante perché c’era il rischio che colpissero qualcuno o rompessero le vetrine: la polizia è venuta ma evidentemente non può far loro niente, il giorno dopo erano di nuovo qua”.

C’è anche chi, per evitare questi problemi, ha adottato una soluzione drastica, chiedendo la rimozione delle panchine: e una, in effetti, è scomparsa, anche se non è chiaro chi l’abbia portata via. C’è chi chiede a gran voce l’allontanamento dei barboni: “Che vadano altrove, qui non ci stanno di certo bene. Sporcano”. Qualcuno, come Orlando, rivela comprensione anche per i clochard: “E’ un problema anche per loro, lo capisco. In un momento di difficoltà come questo ognuno cerca la sistemazione più giusta per sé. Però forse così è esagerato per tutti, anche per loro”.

La soluzione, dicono in coro i commercianti, è trovar loro una sistemazione vera, e non limitarsi a tollerare la loro presenza senza allontanarli. Nel frattempo, non resta che pulire. E smontare divani.

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