Economia

Tirreno Power, M5S a muso duro: “Politica complice del disastro dell’azienda”

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado L. “Siamo contrari ad un altro odg su Tirreno Power, ci sono troppe cose in sospeso. La politica non può offrirsi in questa fase come interlocutore credibile, quando per troppi anni si sono accumulate responsabilità a vari livelli, negligenze, compiacenze nei confronti dell’azienda che hanno contribuito a portarci al punto in cui siamo”, interviene così il Movimento 5 Stelle di Savona in merito alla scottante questione del futuro di Tirreno Power e dei lavoratori.

“E’ grave che le denunce, gli allarmi, le segnalazioni di inadempienze siano arrivati da cittadini e associazioni, che si sono fatti carico di denunce, perizie, diffide, assumendosi un ruolo di tutela dei cittadini, del territorio, e anche del lavoro, sì, del lavoro in tutti i suoi aspetti e prospettive a lungo termine, mentre, per dirla con le parole del magistrato, questo avveniva ‘nella neghittosità degli organi pubblici chiamati a svolgere attività di controllo, e che, lungi dal sanzionare le dette inottemperanze, hanno ritardato in modo abnorme l’emissione dei dovuti provvedimenti'”, attaccano i pentastellati.

“E’ grave che l’azienda sia stata lasciata completamente libera di perseguire solo il proprio profitto, l’utile per gli azionisti a ogni costo, con la rinuncia della politica a esercitare il proprio ruolo di mediazione, di autorizzazione e controllo. Quanti odg ci sono stati, negli anni, per chiedere la metanizzazione completa, in questo Comune, nella Provincia? Che effetti concreti hanno avuto? Zero,
zero assoluto”.

“È evidente che la situazione è stata lasciata precipitare a questo punto, oltre che con inerzia e passività inspiegabili ed inaccettabili, con complicità istituzionali a vari livelli cui la magistratura darà presto nomi e cognomi. Allora, il dramma in cui siamo è frutto di tutto il pregresso, dell’aver lasciato precipitare le cose senza prendere provvedimenti, e non possiamo negarlo. L’azienda ha mostrato uno spregio totale del territorio, un rifiuto costante al dialogo, una assenza di mitigazioni e contropartite serie, preferendo investire nella promozione del marchio, in sponsorizzazioni a varie manifestazioni, anche a questo Comune fino a qualche tempo fa, e magari finanziamenti agli organi di stampa, anziché nelle cose serie”, continuano dal Movimento.

Prima di tutto, investimenti per migliorare gli impianti. Poi, le tante promesse negate nel tempo o condizionate arbitrariamente ad altre concessioni: il teleriscaldamento, la copertura del carbonile, i fantomatici investimenti in energie rinnovabili e così via. Ma come dimenticare, parlando proprio di lavoro, il mancato rispetto dell’accordo di programma siglato a Roma in sede ministeriale nel 2008; intesa che prevedeva – tra l’altro – anche un collegamento tra Ocv e Centrale TPower per abbattere del 18% le spese legate all’energia? Un punto che, se rispettato, avrebbe contribuito a salvare un’altra realtà aziendale che invece è entrata drammaticamente ed irreversibilmente in crisi! Perché non ci sono state sufficienti proteste e pressioni allora? In tutto questo, la politica può chiamarsi fuori? Molti politici, a livello regionale, provinciale e nei comuni, possono negare di aver lasciato precipitare le cose fino alle estreme conseguenze?”, si domandano.

E ancora: “Bisogna ricominciare, invece, a vedere l’azienda come una controparte. Non parlo di lotta di classe o simili. A volte, in aziende sane e lungimiranti, gli interessi possono coincidere, non deve per forza esserci conflitto. Bisogna ritrovare compattezza e solidarietà dei lavoratori e della società, combattere per rilanciare l’economia vera, chiedere e ottenere tavoli di trattativa per avviare uno sviluppo economico serio, lungimirante, basato su tecnologia, compatibilità, lavoro autentico e non finanza e predazione di risorse. Un Comune che vuol definirsi smart dovrebbe essere in prima linea in questo”.

“Ci vogliono coraggio, tempo, sacrifici, certo, ci saranno disagi da supportare con adeguati ammortizzatori sociali, ma è l’unica via da perseguire, insieme con il severo richiamo delle aziende inquinanti alle loro responsabilità e all’adeguato risarcimento. Altrimenti, se ci impauriamo, se difendiamo piccoli interessi che non ci danno futuro, ma solo un brevissimo e discutibile orizzonte di sopravvivenza e di falsa sicurezza, siamo destinati a trasformarci in una società di schiavi, di persone deboli, divise e ricattabili, messe gli uni contro gli altri. Non e’ questo, credo, che dobbiamo volere per il futuro. Conciliare ambiente e lavoro, salute e lavoro, sono espressioni prive di significato: salute e ambiente sono lavoro. Il resto, sono solo profitti e interessi finanziari obsoleti”, concludono dal Movimento 5 Stelle savonese.

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