Niente lumini, parla il comandante Moretti: “Suggestivi, ma dobbiamo rispettare il mare”

Sono bastate poche ore perché sui social network montasse la polemica per la decisione di abbandonare le consuete serate con la posa dei lumini in mare. Una situazione “figlia” del fallimento della ditta che forniva i lumini prodotti con cera biodegradabile: ma sono moltissimi i cittadini che non stanno a questa giustificazione e puntano il dito contro una cattiva organizzazione degli eventi nella provincia di Savona.

“Balla con i Cinghiali, dopo i Gumbi ora via i Lumini in mare, la prossima volta toccherà x caso alla 24 h delle Manie?” si chiede qualcuno su Facebook, in uno dei tanti gruppi su cui oggi si discute dell’argomento. E così, domani, a tutti i sindaci interessati alla soppressione dei lumini in mare sarà inviata una lettera aperta, dove si chiede direttamente agli interessati “di farsi promotori per non spegnere una grande manifestazione che fa parte della tradizione del mare”.

A spiegare il perché della decisione, però, ci pensa il comandante della Capitaneria di Porto di Savona, Enrico Moretti, in una lunga e appassionata lettera alla redazione di Ivg. Una missiva scritta “da cittadino comune più che da dirigente dello Stato, perché è da cittadino che mi sono interessato alla vicenda”.

“E’ da cittadino frequentatore del nostro mare e delle nostre spiagge, infatti, che mi sono accorto che, nelle giornate successive alle manifestazioni nelle quali si fa uso dei lumini galleggianti, il nostro mare rilascia, pazientemente ma inesorabilmente, centinaia di questi oggetti che vanno a spiaggiarsi sulla battigia mentre quelli che non arrivano a terra, probabilmente la maggior parte, devo ritenere rimangano sul fondo del nostro mare, in mezzo alle nostre belle posidonie se non nelle viscere di qualche pesce goloso”.

“Dopo aver intuito il problema mi sono confrontato a lungo con chi, con me, lavora sul mare (e per il mare) scoprendo che anche sub, pescatori e marinai avevano rilevato la stessa preoccupante situazione. Così, da dirigente dello Stato, mi sono domandato cosa potessi fare per limitare, se non risolvere, questo piccolo scempio ambientale, forse limitato rispetto ai grandi problemi che assillano la terra ma, comunque, costituente un piccolo ma utile traguardo da raggiungere per migliorare il mondo nel quale viviamo e vivranno i nostri figli”.

Moretti ha deciso così di sensibilizzare le autorità comunali chiedendo che si utilizzino esclusivamente lumini biodegradabili: e queste “hanno cominciato a metabolizzare il problema e ad affrontarlo nell’unico modo possibile, usare i lumini purché biodegradabili”.

Tutto qui: nulla in contrario quindi, dice Moretti, ad utilizzare i lumini “per le manifestazioni realmente suggestive alle quali tutti noi partecipiamo con trasporto e commozione, purché il mare non subisca danno per la nostra leggerezza o per la nostra miopia. Una miopia che non ci consente spesso di intuire che i nostri bambini hanno più bisogno di un messaggio coraggioso e di facile intuizione (i lumini sporcano e finiscono sul fondo, quindi troviamo qualche altro sistema altrettanto divertente per passare le nostre serate al mare) che della gioia effimera di vedere la superficie del mare illuminata dall’ipocrisia di chi non vuole domandarsi che fine facciano quelle centinaia di lumini, perché tanto il mare è grande e di inesauribile generosità”.

“I nostri bambini hanno già capito che è più giusto così, perché è il futuro che ce lo chiede – conclude il comandante – Una questione di senso di responsabilità e di senso civico, quindi, che se adeguatamente spiegata potrà essere apprezzata anche dai turisti, da sempre molto sensibili alla qualità del nostro bel mare”.

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