Economia

AD di Savona Terminal soddisfatto per Maersk, non per Tirreno Power: “Vogliamo tornare alle candele?”

Savona. “Chiudiamo tutte le centrali: torneremo alla candela”. La proposta, ovviamente provocatoria, arriva da Massimo Brandi, amministratore delegato di Savona Terminal del gruppo Campostano e presidente dell’Unione Utenti del porto di Savona.

Oggetto dell’amara ironia di Brandi è la situazione di Tirreno Power, chiusa ormai da mesi per le note vicende giudiziarie. “La situazione di Vado è difficilmente comprensibile, credo vada meditata anche a livello nazionale – attacca – In Italia non possiamo pensare di non produrre energia, acciaio o petrolio, di non fare niente di quello che tutte le nazioni fanno: perché poi la gente bisogna che trovi un lavoro, che abbia qualcosa da fare. E non si può vivere solamente coltivando alberi, un minimo di ‘debito’ all’industria bisogna pagarlo”.

Il problema, spiega, è che se si vuole garantire il lavoro bisogna anche scendere a patti: “Il concetto del ‘non nel mio giardino’ non può più funzionare. Dobbiamo sapere cosa vogliamo accettare in Italia e cosa no, altrimenti non facciamo della politica industriale, ma del qualunquismo. Perché poi vogliamo anche l’occupazione… e le due cose sono antitetiche”.

Il pericolo più grande, secondo Brandi, è che vicende come quella di Tirreno Power facciano “scappare” gli imprenditori. “Se non diamo certezza agli imprenditori diventa difficile – polemizza – nessuno obbliga una persona a fare l’imprenditore, non è scritto nelle stelle che devi fare l’imprenditore. Dare occupazione, faticare, lavorare, passarci le nottate… e poi alla fine rischiare anche di avere dei problemi legali. Che se hai infranto la legge va bene, ma se sei nei limiti diventa molto difficile. Fare l’imprenditore non può essere un obbligo, deve diventare qualcosa che fai per tornaconto”.

Brandi porta l’esempio della Svizzera: “Io mi ricordo che quando il governo svizzero ha avuto un ‘no’ su una centrale nucleare, per 5 anni a tutti quelli che chiedevano l’espansione dell’energia elettrica ha risposto che non era possibile perché non c’era energia. Chiudiamo le centrali, e torniamo alle candele”.

Se la storia di Tirreno Power è ancora tutta da scrivere, per l’altro grande tema vadese, la piattaforma Maersk, il vento sembra essere cambiato, con l’elezione di Monica Giuliano e l’annunciato ritiro dei ricorsi. “Da imprenditore non posso che trovare la cosa assolutamente positiva e lungimirante. Noi a livello privato siamo assolutamente interessati a potenziare le cose – spiega – Gli imprenditori stanno tirando molto perché il Terminal Auto raddoppi, la Savona Terminal sta spendendo 4 milioni di euro per rifare un altro magazzino, il Terminal Crociere ha raddoppiato, la Colacem sta ristrutturando… noi qui ci lavoriamo e viviamo: ma bisogna che abbiamo le condizioni per farlo”.

E su questo punto, in epoca di accorpamenti e di #giùlemanidalporto, Brandi spezza una lancia in favore della Port Authority savonese: “Noi finora quelle condizioni le abbiamo avute grazie all’ottima gestione dell’Autorità Portuale, speriamo che in futuro continui così perché da questo punto di vista noi siamo come le bitte del porto: siamo ancorati qui, abbiamo investito qui e dobbiamo rimanere qui”.

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