Economia

Fonti rinnovabili, Liguria virtuosa: Savona al top con 1.800.000 euro di finanziamenti

Pannelli Solari

Savona. Sono Savona (con 1.800.000 euro) e Genova (con 1.700.000 euro) i Comuni liguri che hanno destinato la quota maggiore di finanziamenti pubblici a valere sui Fondi strutturali europei 2007/2013 per la realizzazione di progetti in tema di efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili. La Liguria ha destinato complessivamente all’asse energia 44 milioni di euro per 213 progetti, il 3% di 1,2 miliardi di euro di finanziamenti monitorati (dati Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello sviluppo economico).

A livello nazionale, le regioni che hanno destinato la percentuale maggiore di fondi al tema dell’energia sostenibile sono il Piemonte con 265 milioni di euro (più del 10% di 2,5 miliardi di euro di finanziamenti monitorati), l’Umbria con 64 milioni di euro (il 9% di 674 milioni di euro) e il Trentino Alto Adige con 47 milioni di euro (il 7% di 637 milioni di euro).

La Liguria è tra le regioni più virtuose dal punto di vista normativo insieme a Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Puglia, per essersi dotate di leggi che rendono obbligatori interventi di efficienza energetica, uso di energia da fonti rinnovabili e certificazione energetica degli edifici. Lazio e Umbria hanno introdotto obblighi sull’uso dell’energia da fonti rinnovabili, ma non prevedono parametri di efficienza energetica, né controlli in caso di mancata certificazione energetica. Veneto, Toscana, Campania, Calabria e Marche hanno emanato Linee Guida per l’edilizia sostenibile, che devono essere adottate dai regolamenti comunali per entrare in vigore. Le altre Regioni si limitano a dare semplici indicazioni sullo sviluppo delle fonti rinnovabili (fonte Rapporto Efficienza Energetica Enea 2013).

“Quella dell’Italia a ‘energia pulita’ – ha dichiarato Giovanni Tordi Amministratore Delegato di Officinae Verdi – è una mappa articolata e complessa, che è necessario monitorare perché ad oggi ammonta ancora a 4,4 Mtep/anno di energia primaria risparmiata il gap che separa l’Italia dall’obiettivo europeo del 20% di efficienza energetica al 2020 e l’impegno delle amministrazioni regionali è fondamentale nel dare seguito ai provvedimenti nazionali e cogliere l’opportunità di innovazione e sviluppo offerta dai fondi strutturali europei. Gli investimenti in energie rinnovabili ed efficienza energetica – ha aggiunto Tordi – possono far ripartire la nostra economia grazie ad un modello di sviluppo diffuso a basso impatto ambientale ma ad alto tasso di occupazione e innovazione tecnologica, con importanti possibilità di ricerca applicata: i soli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici hanno mobilitato, al 2013, 19 miliardi di euro di investimenti e attivato tra diretto e indotto 280mila posti di lavoro (dati Servizio studi della Camera dei Deputati)” .

Numeri destinati a crescere, dato che tra le priorità del Governo c’è la ristrutturazione e la riqualificazione energetica dell’edilizia scolastica: 42mila scuole, di cui oltre il 60% costruite prima del 1974 (dati Ecosistema Scuola 2014 Legambiente). Secondo stime Cresme, con un investimento di 3,6 miliardi di euro sulle scuole più energivore, si otterrebbe un risparmio di 169 milioni di euro all’anno sulla bolletta energetica, pari ad un taglio del 13% sui consumi complessivi del settore.

Un intervento che aiuterebbe a raggiungere gli obiettivi della Direttiva comunitaria 2012/27, considerando anche che sono in arrivo i fondi del Programma quadro della Comunità europea Horizon 2020, che stanzia 200 milioni di euro per efficienza energetica (98 milioni) e smart city (92 milioni).

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