Finalborgo, 600 firme per riaprire il vecchio ponte. Sos dei commercianti: “Non viene più nessuno, chiediamo solo di poter lavorare”

Finale Ligure. “Stiamo facendo quello che avrebbe dovuto fare la democrazia: chiedere ai residenti se va bene questa situazione o no”. Non usano mezzi termini i commercianti di Finalborgo, impegnati da giorni nella raccolta di firme per chiedere la riapertura del vecchio ponte chiuso dopo la realizzazione della nuova rotonda sul fiume Pora.

Una chiusura che, sostengono, li ha danneggiati, facendo calare notevolmente i loro introiti: e la riprova si sarebbe avuta proprio durante il periodo della frana sulla provinciale, in cui la viabilità modificata ha riportato alle attività quel passaggio perso dopo la chiusura del ponte. “Possiamo dimostrarlo tranquillamente dai corrispettivi, non abbiamo nessuna remora a mostrarli”, dice Cesare Callisto, benzinaio. E Flavio Negro, fabbro, rincara la dose: “Io prima avevo il passaggio di tutti quelli che andavano nella zona industriale, e qualcuno entrava a farmi fare un preventivo. Oggi quel passaggio non ce l’ho più, l’ho perso completamente, la gente passa dal ponte nuovo. Riaprendo la strada riavrei almeno una parte della clientela persa, non posso vivere solo coi clienti vecchi: uno che fa una casa, una volta fatta è perso, ci dev’essere il cliente nuovo che mi dà lavoro e prospettive per il futuro… la politica ha pensato diversamente”.

Il cambiamento della viabilità che regola l’accesso alla zona industriale e al borgo finalese, con la chiusura della via di accesso “tradizionale”, li sta mettendo in ginocchio: “I miei clienti oggi mi chiedono come fare per arrivare da me, non è il massimo… Alcuni commercianti mi hanno detto che i clienti possono venire a piedi: io faccio il fabbro, un’inferriata da 60 chili la portano sottobraccio?”.

E nel mirino finisce anche la chiusura al transito di Porta Testa alle 15. I commercianti chiedono di estendere l’apertura fino alle 19: “Chi lavora a Finalborgo ha bisogno di non fare un giro fino al ponte di ferro, e accedere senza dover sprecare un sacco di tempo – spiega Maria Anna Longo, farmacista – Per noi commercianti è sicuramente un danno, ma anche come abitante questa situazione provoca grandi disagi, quindi la riapertura di questo ponte sarebbe molto gradita”.

Per alcuni la nuova viabilità ha comportato un netto calo dei transiti e degli accessi, con perditi di fatturato ed incassi notevoli per un piccolo imprenditore: si parla ad esempio per il distributore della Esso di almeno 30 mila euro al mese lordi: “Difficile tenere in piedi l’attività…”.

La richiesta, quindi, è chiara: riapertura del ponte a senso unico in ingresso, per “salvare” le attività colpite ed alleggerire la nuova viabilità. Ora sono pronti a proseguire la battaglia anche con Provincia e Regione: “Manderò una lettera agli enti per capire chi ha deciso questa chiusura e perché, senza chiedere e ignorando le nostre attività – dice Negro – Anche tutti i lavoratori della zona industriale, che devono transitare durante il giorno nel borgo, non devono fare il giro di tutto il paese: abbiamo le mura, una stradina molto corta, una via secondaria che non dà fastidio a nessuno… chiediamo la riapertura per poter lavorare, principalmente, non per altri motivi”.

Vox populi dice che in Comune un documento sancirebbe la pericolosità dell’incrocio, ma alla Provincia non risulta: “Pare che non risulti neanche dai documenti comunali – spiegano i commercianti – Sarebbe bene capire se questo incrocio è stato dichiarato pericoloso e chiuso per quello: e a quel punto perché, invece di capire come rimediare, è stato chiuso e stop. Ho chiesto personalmente in Comune e mi è stato detto che non riaprirà più. Non è un bene per le attività ma anche per gli altri, e le firme che stiamo raccogliendo lo stanno dimostrando”.

Già, perché le firme raccolte sono già più di 600. Ed in ballo, sostengono, non c’è solo la sopravvivenza delle loro attività, ma quella dell’intero borgo: “Finalborgo per ora è un paese vivo, e non uno di quei borghi che d’inverno muoiono e d’estate vivono per due mesi”. Mentre ora il parcheggio dei giardini è vuoto: “Basta vederlo, non è un’invenzione nostra. E guardate il ponte: dovrebbe essere pedonale, invece non passa nessuno, solo qualche macchina che invece non potrebbe farlo”.

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