Economia

Carcare, si attende la decisione di Toshiba. La minoranza attacca Bologna: “Atteggiamenti trionfalistici”

toshiba

Carcare. “Nel consiglio comunale di ieri sera, convocato su sollecitazione del gruppo di opposizione Carcare Bene Comune in sintonia con il circolo Pd, è emerso che il comune di Carcare è ancora in attesa della decisione di Toshiba dal 26 marzo scorso. L’opposizione si chiede a questo punto se sia il caso di rimanere in attesa o di pensare a un piano B”. A dirlo è Rodolfo Mirri, segretario del circolo Pd di Carcare.

“Una vicenda iniziata nell’estate del 2012 che si è protratta con un continuo tira e molla fino al dicembre scorso – ricorda Mirri – Nell’estate del 2012 Toshiba ha visitato numerosi siti in Val Bormida e iniziato alcune trattative, nessuna delle quali andata a buon fine. Nell’estate del 2013, il Comune di Carcare è stato chiamato ad approvare in tempi rapidissimi una variante al piano regolatore per consentire la realizzazione di un immobile per l’insediamento Toshiba. Oggi se Toshiba sbarcherà in Liguria, probabilmente si insedierà a Genova”.

“Speriamo non sia un’occasione persa, dunque, l’ennesima, per un territorio a vocazione industriale che ha bisogno assoluto di lavoro e di prospettive – è l’auspicio del Pd e di Carcare Bene Comune – E se pare chiaro che la responsabilità della decisione di insediarsi a Carcare spetta unicamente all’imprenditore privato e che gli enti pubblici, dalla Regione in giù, hanno fatto tutto quanto dovevano per agevolare il nuovo insediamento produttivo, come forza di opposizione e come rappresentanti politici, che intendono l’amministrazione e la politica come attività serie e responsabili in tutte le loro manifestazioni, non possiamo non stigmatizzare il comportamento dell’amministrazione comunale e del sindaco Bologna che in più di un’occasione hanno assunto atteggiamenti accondiscendenti e trionfalistici, propagandando come già sicuro l’insediamento di Toshiba a Carcare”.

“In questo modo – accusano – sono state create false illusioni tra i cittadini, in particolare sulle fasce più vulnerabili composte da disoccupati, precari e cassintegrati, che nell’arrivo di Toshiba aveva riposto le loro speranze per un presente di precarietà con un futuro di certezze”.

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