Lettera al direttore

Abrogare la legge sui porti oppure aggiornarla?

Pur essendo la Legge N°84 del 28 Gennaio 1994 un’ottima legge,è inevitabile che con il passare del tempo e la naturale evoluzione c’è certamente qualche articolo ormai obsoleto per poter soddisfare le esigenze attuali.

Ovviamente se si opta per la revisione è assodato che ,dato i tempi,le attuali 24 Autorità Portuali diventeranno 14 e in Liguria con molta probabilità rimarrà Genova come Autorità Portuale e La Spezia e Savona-Vado collaboreranno con la stessa mettendo a disposizione l’intera logistica. Alcuni punti, da prendere in considerazione:

Maggiori poteri decisionali in capo al Presidente dell’Autorità Portuale e nuovi e più snelli criteri di nomina ,ma sempre con caratteristiche tecnico amministrative consone al compito.

Riduzione drastico delle Autorità Portuali su base “meritocratiche” e creazione di “bacini portuali” coordinati nell’ambito di un piano nazionale sulla portualità.

Snellimento degli organi delle A.P. ed eliminazione degli attuali conflitti di interesse nella loro composizione.

Attribuzione alle Ap di funzioni imprenditoriali al di fuori dell’area portuale (partecipazione ad investimenti strategici utili allo sviluppo del porto nel suo insieme) da realizzarsi attraverso una autonomia e separata società di “scopo”aperta al mercato,essendo chiaro che, in ambito portuale,spetta alla AP il ruolo di Autority indipendente di regolazione delle attività svolte dei privati.

Revisione/chiarimento delle procedure di assegnazione dei terminal portuali, oggi regolata dall’art.18 della legge 84/94 in termini inadeguati/incompiuti ed oggetto di estenuanti contenziosi legali
Revisione della ripartizione delle risorse generate dai porti e redistribuzione mirata a beneficio dei porti medesimi.

Sdemanializzazione parziale delle aree portuali non strategiche e reperimento conseguente di risorse economiche da destinare alle infrastrutture essenziali al futuro del porto.

Le infrastrutture costituiscono l’ossatura, lo “scheletro” su cui si articola e prende forma lo sviluppo locale . Il ruolo della geografia non è marginale nello sviluppo locale , purché le infrastrutture e i servizi garantiscono accessibilità e connessioni.

Per cui, pur in presenza di una localizzazione geografica favorevole, un territorio rischia di non essere in grado di innescare, favorire condizioni di competitività e sviluppo se non è strategicamente e sistematicamente interconnesso alle reti infrastrutturali, e con le filiere integrate produzione – logistica – distribuzione che su di esse operano.

Riccardo Ciccione

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