Economia

Sciopero dei lavoratori Bombardier: “Le commesse se ne vanno e noi senza lavoro”

Vado L. “Su Vado Ligure c’era l’intenzione di rivedere la strategia da parte dell’azienda, ma purtroppo al momento le promesse non sono state mantenute”. Lo ha detto questa mattina Alessandro Vella della Cisl in occasione dello sciopero di 4 ore dei lavoratori della Bombardier che hanno organizzato un presidio fuori dai cancelli dello stabilimento vadese.

Il riferimento è sulle commesse che incassa la multinazionale ma che non vengono dirottate in Italia e ancora su commesse prese in Italia e che magari vengono dirottate all’estero, con il sito produttivo di Vado che attende interventi e investimenti per la produzione dei nuovi elettrotreni.

In segno di solidarietà con i lavoratori allo sciopero ha partecipato anche l’assessore regionale al lavoro Enrico Vesco, al quale è stato chiesto di farsi carico del confronto immediato da riaprire con azienda e Ministero.

“Noi abbiamo poco tempo, la cassa integrazione che scade e lo spettro dei licenziamenti è più vicino: per questo subito confronto con l’azienda ed in sede di Ministero” conclude Vella.

“Saremo sempre qua fino a che i vertici aziendali non si decideranno a cambiare strategia su Vado Ligure. I carichi di lavoro sull’ultima commessa per le E464 saranno in esaurimento. Le misure di ammortizzatori sociali scadono a fine agosto e non ci saranno possibilità di rinnovo. Rispetto all’incontro al Ministero non abbiamo avuto risposte: vediamo fabbriche stranieri che vendono treni in Italia. I quadro è preoccupante, con la messa in discussione del sito di Vado Ligure per i prossimi anni. I lavoratori non mollano e la nostra battaglia prosegue” afferma Alberto Lazzari della Fiom Cgil.

“Il gruppo vince commesse ma non danno lavoro a Vado Ligure. Dobbiamo ottenere gli investimenti e l’azienda deve convincersi e operare per mantenere strategico questo sito produttivo che può dare ancora molto soprattutto in prospettiva dei nuovi prodotti ferroviari. Serve un accordo a livello ministeriale da concertare con i vertici aziendali” conclude Gianni Mazziotta della Uilm.

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