Politica

Cangiano candidato Pd ad Albenga, Ciangherotti all’attacco: “Ma quale ‘nuovo’, è il cugino di Vazio”

eraldo ciangherotti

Albenga. “E questo sarebbe il nuovo?”. A poche ore dall’annuncio della candidatura nel Pd di Giorgio Cangiano alla poltrona di primo cittadino di Albenga, arrivano i primi attacchi dello schieramento forzista.

La voce è quella di Eraldo Ciangherotti, fedelissimo di Berlusconi ed assessore nella giunta Guarnieri. Il politico ingauno parla di “Parentopoli”, puntando il dito sul legame tra l’avvocato Cangiano e il deputato democratico Franco Vazio.

“Ecco come vogliono cambiare verso, i renziani di Albenga – scrive Ciangherotti – Mettendo a capo della coalizione un volto sì pulito, una persona rispettabile, un professionista che nulla ha che fare con loro, ma che, piaccia o meno, rappresenta un esempio vivente del vecchio modo di fare politica, tra amici e parenti, essendo l’avvocato Cangiano cugino e socio di affari dell’Onorevole Franco Vazio, il burattinaio del Pd albenganese. Il quale, forse in odore di caduta di governo e di possibili prossime elezioni politiche, vuole assicurarsi il governo della città attraverso il cugino e socio Cangiano, per poterlo poi mettere sulla bilancia di una nuova ricandidatura alla Camera”.

“Ma il Pd non doveva passare attraverso le consultazioni primarie – si chiede Ciangherotti – dando la parola ai loro elettori, alla base, democraticamente e renzianamente? Non dovevano cambiare verso, come annunciato trionfalmente dalla renziana Emanuela Guerra? Loro, che dovevano fare le primarie belle, giovani e democratiche, non come (diceva la Guerra) il centrodestra che si fa imporre i nomi dall’alto, dalle segreterie di partito a Savona?”.

Niente di tutto ciò, dice l’ex assessore. “Si sono rimangiati la parola, come al solito. E non si sono rivolti a Savona, né a Genova, per la candidatura a Sindaco, perché l’ordine è arrivato direttamente dalla capitale, dal palazzo romano dell’onorevole Ingauno. Altro che primarie, altro che dare voce alla gente: è bastata una telefonata di Vazio, il diktat di partito, che i renziani si sono tutti riallineati. Proprio come il vecchio apparato”, conclude il forzista.

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