Cronaca

Evasione serial killer, Gagliano non si trova: nottata di ricerche senza esito, allarme alto

bartolomeo gagliano - serial killer

Genova. Una nottata di ricerche per riacciuffare Bartolomeo Gagliano, il serial killer detenuto nel carcere di Marassi, che è evaso ieri durante un permesso premio. Il fatto è accaduto poco dopo le 6, quando a Savona un uomo che stava ormai ultimando le consegne per conto del panificio dove lavora, è stato avvicinato dal detenuto che, sotto la minaccia di una pistola, lo ha costretto a risalire in auto per recarsi a Genova. Una volta arrivati nel capoluogo ligure, però, Gagliano ha fatto scendere la vittima in via De Marini e si è allontanato a bordo dell’auto. Da quel momento non si sono più avute sue tracce.

Il serial killer è quindi ancora latitante e armato ed è ricercato in tutta Italia. “Per la fuga ha utilizzato una Fiat Panda Van di colore verde con paraurti e specchietti neri targata CV848AW. In caso di rintraccio contattare le Forze dell’Ordine”, si legge in una nota diramata ieri sera.

Un soggetto “altamente pericoloso”, secondo gli inquirenti. Così lo descrive il pm Alberto Landolfi, ora in servizio a Genova, ma che ha trascorso tanti anni in Procura a Savona, dove il serial killer evaso era stato protagonista di moltissimi episodi criminosi. Il magistrato è anche titolare delle indagini sulla fuga del pluriomicida.

A Genova è conosciuto come il “mostro di San Valentino” perché il 14 febbraio del 1989, proprio durante la festa degli innamorati, sparò contro un travestito e un cliente che erano appartati nel quartiere di Carignano. Bartolomeo Gagliano quella sera freddò Francesco Panizzi, in arte ‘Vanessa’, con un colpo di pistola calibro 7,65 al volto. Era la sua firma. Ma questo è solo uno dei tanti episodi della sua lunga “carriera” criminale. Nell’aprile del 1990, a Firenze, sparò anche alla fidanzata, ferendola, e poi fuggì. La ragazza, che aveva 23 anni, venne trovata dalla polizia nel suo appartamento, distesa nuda sul letto, con un foro di proiettile nel mento ed un paio di slip sulla gola a tamponare l’emorragia.

Dopo un giorno e due notti passati a girovagare per la città e a telefonare alla polizia e agli ospedali, Gagliano si presentò spontaneamente ai medici dell’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia, da cui era evaso un mese prima.

“Noi non sapevamo che avesse quei precedenti penali, per noi era un rapinatore”, ha detto il direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo. Per il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, invece “si tratta di un episodio gravissimo che richiede un accertamento molto rigoroso”.

“Faremo chiarezza ed individueremo eventuali responsabilità. E’ inutile negare che questo rischia di essere un duro colpo a quanto stiamo facendo per rendere il carcere un luogo più civile e in grado di assolvere alla propria funzione rieducativa”, ha aggiunto il guardasigilli all’indomani del via libera al decreto “Svuota carceri”.

Nel frattempo Roberto Martinelli, segretario del Sappe, chiede di “valutare l’opportunità che ai detenuti in permesso venga applicato il braccialetto elettronico di controllo, costato peraltro decine di milioni di euro pubblici e poco utilizzato. Ciò permetterebbe di tenerlo sotto il controllo di una Centrale Operativa interforze, pronta ad intervenire in caso di anomalie”.

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