Cronaca

Di giorno rapinatore “sfuggente” e di notte detenuto in regime di semi-libertà: la cattura del rapinatore seriale di farmacie

Savona. Si era già tolto la “divisa da lavoro” con tanto di giubbotto da montagna e casco per non farsi riconoscere, e stava andando tranquillamente in pizzeria a cenare, prima di fare ritorno in cella. Sì, perché questo rapinatore seriale che, per settimane, ha terrorizzato gli esercenti savonesi e in particolare i dipendenti delle farmacie, era in regime di semi libertà, il che significa che dalle 7,30 alle 22,30 era libero mentre la sera doveva fare ritorno al Sant’Agostino.

Una condizione che Nicola Russo, 35 anni, originario di Napoli, aveva deciso di sfruttare per continuare a delinquere (l’uomo ha precedenti per rapina e omicidio) e per mettere a segno in poche settimane ben 7 colpi ai danni di attività commerciali della Torretta. Per darsi una parvenza di normalità l’uomo lavorava in un’azienda agricola del Loanese ma i soldi, quelli più cospicui, gli arrivavano dalle rapine messe a segno ai danni di 5 farmacie, un bar e una tentata rapina a un distributore di benzina. Il bottino veniva poi nascosto in un capanno che aveva a disposizione in zona Legino e in un monolocale affittato da un amico sempre a Savona.

Le sue imprese all’ombra della Torretta iniziano il primo novembre quando prende di mira la farmacia Fasce; il 5 novembre, invece, svuota le casse della farmacia Alla Torretta. A questo punto gli inquirenti iniziano ad alzare le antenne e a classificarlo come un rapinatore seriale. Di qui l’istituzione di un tavolo di coooperazione investigativa, informativa e di controllo del territorio tra i carabinieri del Comando provinciale di Savona e gli agenti della Squadra Mobile, con uno scambio immediato di informazioni, una suddivisione in zone della città per un controllo più capillare, e una stretta collaborazione che porterà al successo dell’operazione.

L’uomo nel frattempo colpisce altre 5 volte: tre ai danni di farmacie, una al “Coky bar” di via XX Settembre più una tentata rapina ai danni di un distributore della Esso. In tutti i casi indossa un pesante giaccone da montagna, un paio di scarpe grigie della Adidas che risulteranno determinanti per la sua individuazione (un modello non all’ultima moda e che attualmente i negozi non vendono) e un casco che, però, ogni volta è sempre diverso, riuscendo così a spiazzare per un po’ le forze dell’ordine.

Ieri, così vestito, si presenta alla farmacia Padovani di via Chiavella e mette a segno il suo ultimo colpo. A questo punto carabinieri e polizia diramano avvisi e segnalazioni ai tanti uomini in borghese che, in questi giorni, hanno popolato le strade savonesi, fino a quando i carabinieri individuano il soggetto. A tradirlo le scarpe di cui si parlava prima, il giubbotto, e la strana camminata ciondolante. Dalle successive perquisizioni nel capanno e nel monolocale utilizzati da Russo sono stati rinvenuti la pistola a salve, 4070 euro, 372 dollari americani, e un Rolex portato via ad un farmacista. Nello specifico è di 1870 euro il bottino della prima rapina, 870 euro quello della seconda, 1500 euro più un cellulare più il Rolex per il terzo colpo; 100 euro alla farmacia “essere Benessere”, 200 euro sottratti al “Coky bar”. Russo sarà interrogato domani mattina dal giudice per le indagini preliminari Donatella Aschero che dovrà convalidare il suo fermo.

“Questo è il frutto della stretta sinergia e collaborazione tra le forze dell’ordine della città di Savona – dice il colonnello Alessandro Parisi, comendante dei carabinieri di Savona – Lo scambio costante delle informazioni disponibili ci ha permesso la cattura del rapinatore. Le manette sono state messe dai carabinieri ma è come se ad un polso l’avessero messe anche gli uomini della polizia”.

“E’ stata una bella esperienza per noi forze di polizia, perché abbiamo sperimentato un servizio di cooperazione che ha portato a grandi risultati” aggiunge il capitano Bianco, comandante del Nucleo Investigativo dei carabinieri.

“Abbiamo messo fine a un reato odioso, capace di creare allarme sociale – aggiunge Rosalba Garello, capo della Squadra Mobile di Savona – E’ stata proprio la tipologia di intervento di questo criminale che ha indotto il questore e il comandante provinciale a chiedere un lavoro in sinergia. E’ stata un’esperienza professionale importante. E’ stata come una prova generale per unificare le forze di polizia. Abbiamo praticamente svuotato gli uffici per avere pattuglie in borghese ovunque. I carabinieri sono stati favolosi nell’individuare rapinatore e a fermarlo, e mi voglio complimentare con tutti coloro che hanno dato il proprio contributo. E’ stata data una risposta pronta alla cittadinanza. E’ un segnale che a Savona le forze dell’ordine ci sono e sono unite”.

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