Economia

Carige, il presidente Castelbarco rassicura: “Nessun rischio per la banca”

cda carige

Liguria. “Nessun rischio per Banca Carige, nonostante l’intensa dialettica interna in atto nelle realtà azioniste”. Lo afferma il presidente di Banca Carige Cesare Castelbarco in una nota. E’ il primo intervento del presidente della Banca da quando, lunedì scorso, 17 consiglieri di indirizzo della Fondazione Carige hanno chiesto le dimissioni del presidente del primo azionista di Carige, Flavio Repetto.

“Negli ultimi giorni sono state diffuse notizie relative a ipotetiche gravi ripercussioni su Banca Carige, derivanti dall’intensa dialettica interna in atto nelle realtà azioniste” ha sottolineato il presidente di Banca Carige, e “tali voci hanno destato preoccupazione nei 55mila azionisti, nei 2 milioni di clienti della Banca, nei 6mila dipendenti del Gruppo, nonché nelle Istituzioni e negli enti presenti nei territori di riferimento di Carige”.

Cesare Castelbarco Albani “desidera evidenziare con fermezza che i paventati rischi sono totalmente infondati”. “Le problematiche evidenziate dall’Organo di Vigilanza nel corso dell’ultima visita ispettiva – ha aggiunto Castelbarco – non subiranno in alcun modo contraccolpi, o rallentamenti, determinati da vicende ad essa esterne”.

“A ulteriore conferma dell’elevata reputazione che Banca Carige gode sul mercato nazionale e su quelli internazionali – dice ancora Castelbarco – si comunica che proprio oggi sono stati interamente collocati 750 milioni di euro di Obbligazioni Bancarie Garantite (covered bond) con scadenza a cinque anni e cedola del 3,875%. L’emissione, definita “benchmark” per le sue dimensioni, ha incontrato il forte gradimento degli investitori istituzionali, dal momento che le richieste hanno superato i 1400 milioni e non hanno potuto essere soddisfatte completamente”.

Intanto arriva la replica ai “frondisti” del presidente di Fondazione Carige Flavio Repetto. Secondo Repetto quella dei 17 consiglieri è stata “un’iniziativa inopinata e improvvisa”. Repetto ha spiegato che lo statuto della Fondazione prevede “tempi minimi di preavviso” rispetto alla riunione del consiglio “mentre nessuna disposizione stabilisce termini minimi entro i quali si debba procedere alla convocazione”. La scelta della data “rientra dunque nelle prerogative” del presidente, cioè di colui che “lo Statuto designa come competente a procedere alla convocazione”.
La data del 30 ottobre, scrive Repetto, “è, comunque, assai prossima ed è stata determinata anche in considerazione delle ulteriori materie che ho ritenuto di dover inserire nell’ordine del giorno della medesima riunione e da esigenze preparatorie ad esse connesse, nonché dall’opportunità di lasciare anche ai Consiglieri non firmatari della richiesta di convocazione – come me sorpresi dalla Vostra improvvisa e inopinata iniziativa – spazi temporali di riflessione minimamente adeguati”.

In ogni caso, scrive ancora Repetto, “le materie oggetto dell’ordine del giorno del Consiglio di amministrazione sono tali da non pregiudicare in alcun modo l’ambito di decisionalità del nuovo Consiglio che sarà nominato dal Consiglio di indirizzo che ho provveduto a convocare”.

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