Economia

Al Salone Nautico Baglietto lancia il “Monokini”, amarezza per il cantiere di Varazze: “Perso marchio storico”

Monokini Baglietto - Spezia

Varazze. Mentre Baglietto sancisce il suo grande ritorno con la presentazione al prossimo Salone Nautico del primo mega yacht di 44 metri, ribattezzato Monokini, realizzato nei cantieri di Spezia, la situazione a Varazze resta alquanto critica ed incerta, anche se non si escludono evoluzioni nei prossimi giorni.

Amarezza è stata espressa dalle organizzazioni sindacali e dalla Rsu: “Il savonese ha perso un marchio storico della nautica che ha sempre dato lavoro e poteva ancora darne..- sottolinea Alberto Lazzari della Fiom Cgil -. Naturalmente nessuna invidia per La Spezia, tuttavia resta il dispiacere per vedere la situazione del sito di Varazze, che ha elevate potenzialità industriali per il settore. Un polo produttivo che non produce, ancora fermo al palo…Questo, sì, fa male…”.

“Si è perso del gran tempo con Azimut, per questo abbiamo chiesto un nuovo impegno da parte delle istituzioni nella ricerca di un partner industriale affidabile che sappia cogliere le potenzialità del cantiere varazzino. Ad ora da parte di Regione e Comune nessuna convocazione” aggiunge l’esponente della Cgil.

Il prossimo 23 ottobre scadrà il bando per l’assegnazione del piazzale, una gara subordinata ad un piano industriale di rilancio con l’assunzione dei lavoratori. “Prima, però, è necessario individuare il soggetto e realizzare un accordo preventivo proprio con Baglietto, tra il partner industriale e la società in concordato, definendo anche una pre-intesa sugli immobili affinché si possa disporre appieno dell’intero sito”. Le ultime indiscrezioni parlano di un nuovo interessamento da parte di Monaco Marine, unico società in campo per garantire un futuro ai cantieri ex Baglietto di Varazze e per la fine del mese di dicembre è in scadenza la cassa integrazione, con l’inevitabile spettro del licenziamento: “Bisogna muoversi in fretta per evitare che questa lunga vertenza non finisca con un altro pezzo morente dell’industria savonese” conclude Lazzari.

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