Cronaca

Ortofrutticola Albenga: “Nessun terremoto e nessuno spreco”

cooperativa ortofrutticola

Albenga. Presso la sala Gallinaro della Cooperativa L’Ortofrutticola, si è svolto un incontro tra il consiglio d’amministrazione ed i soci della cooperativa agricola albenganese. Due gli argomenti al centro della serata: andamento e nuove strategie di sviluppo per l’Ortoshop e la vicenda che ha portato la Cooperativa sulle pagine di tutti i quotidiani locali.

In riferimento alle notizie pubblicate dai quotidiani inerenti alle esternazioni di un ex dipendente della Cooperativa Ortofrutticola di Albenga (l’uomo aveva accusato la cooperativa di poca trasparenza e cattiva gestione, segnalando anche la scomparsa di carrelli di piante e fiori per 280 mila euro), il Consiglio di amministrazione ha già affidato l’incarico all’avvocato Manuela Pessano dello Studio Legale Vivani & Marson per intraprendere le iniziative necessarie ed opportune per tutelare la cooperativa. Il Consiglio di amministrazione e la direzione desiderano comunque chiarire e puntualizzare quanto segue.

“La vicenda si origina in seguito alla risoluzione del contratto per ragioni disciplinari di un impiegato con contratto stagionale che è stato più volte rimproverato, verbalmente e mediante lettere di contestazione, per modifiche non giustificate e comunque per una non appropriata custodia e gestione degli strumenti di lavoro ad egli affidati – si legge in una nota – Questo evento, all’evidenza, ha generato motivi di risentimento nei confronti della nostra cooperativa, che ciò non di meno opera da decenni nel settore agricolo con risultati di rilievo frutto dell’operato del management, del personale e dei soci. Si tratta, evidentemente, di un atto vendicativo, al quale si è dato una parvenza di denuncia riempiendola con dati spesso completamente inventati e sempre male interpretati”.

“Respingiamo, quindi, con fermezza ogni critica e contestiamo la veridicità di tutte le affermazioni che, in questi giorni e da tale fonte, sono state fatte in danno al buon nome e agli interessi della nostra cooperativa – prosegue la nota – Tanto più che si tratta di soggetto privo di esperienza specifica e che, per il ruolo puramente esecutivo di inserimento dati, svolto solamente per alcuni mesi con contratto stagionale, non ha mai avuto accesso a dati generali e non ha i mezzi per comprendere le politiche e le valutazioni di opportunità interne alla società. In riferimento anche alle sollecitazioni giunte per ‘velocizzare’ la risposta, facciamo presente che l’interruzione del rapporto di lavoro ha avuto origine dall’instaurazione di un procedimento disciplinare proprio avente ad oggetto contestazioni relative a manomissioni rilevate all’interno degli archivi gestionali della cooperativa, fatto che ci ha costretto a riesaminare tutti i dati ed a doverne ricostruire molte posizioni con difficoltà”.

“Questo perché chi opera in nome della cooperativa, proprio perché deve tutelarla e tutelarne i soci, non si può permettere di fornire informazioni men che corrette (a differenza di chi confronta banane e pere nella sua ‘denuncia’). Infatti è fin troppo semplice smentire le affermazioni riguardanti la perdita di clienti, in quanto le fatture emesse a tali clienti dal 2005 al 2013 dimostrano il contrario. In alcuni casi, nonostante l’andamento pessimo della stagione 2013, hanno addirittura aumentato il loro fatturato in modo importante (in un caso del 300%). Quello che riteniamo sia di maggiore interesse per i nostri soci è la questione relativa alla perdita di attrezzatura negli anni”.

Si legge ancora nel comunicato: “Innanzitutto i dati forniti a riguardo non sono corretti, e inoltre non sono contestualizzati nell’arco temporale di effettivo utilizzo. Bisogna, infatti, tener presente che la Cooperativa L’Ortofrutticola è stato uno dei primi soggetti che si è occupato della commercializzazione delle piante e che i carrelli sono utilizzati da oltre 27 anni. Per quanto riguarda i carrelli, infatti, la cooperativa tiene a precisare che quanto dichiarato dal nostro ex dipendente non è corretto perché la discrepanze fra il parco carrelli presenti in azienda e quello di proprietà dipende da questioni logistiche che si manifestano naturalmente con la movimentazione dei carrelli stessi. Basti pensare che prima della destinazione finale i carrelli subiscono numerosi spostamenti: in alcuni casi il socio della cooperativa riceve i carrelli presso la propria sede o li ritira direttamente in Cooperativa per caricarli con le piante”.

“Questi rientrano in cooperativa e, spesso e volentieri, le piante devono ancora essere smistate su altri carrelli seguendo gli ordini dei clienti. I carrelli, poi, vengono ritirati da un trasportatore e vengono portati a destinazione nel nord Europa. Capita spesso che durante il periodo più intenso della stagione l’acquirente non abbia momentaneamente a disposizione l’attrezzatura da rendere alla pari e quindi ritira la merce comprensiva del carrello impegnandosi di restituirli in seguito. Può anche capitare che il vettore non possa ritirare le attrezzature vuote dei vari clienti in quanto deve ricaricare merce di importazione e non ha quindi spazio a sufficienza. Tali carrelli potrebbero venir ritirati dallo stesso vettore oppure da altro vettore incaricato dalla Cooperativa. In questi casi la responsabilità delle attrezzature vuote deve passare anche a sistema dal cliente al vettore, e all’eventuale secondo vettore.
Ritirare i carrelli in Germania dopo la consegna della merce per la cooperativa avrebbe un costo insostenibile ed è per questo che alcune volte si preferisce aspettare che sia il cliente a rimandarli indietro, anche se questo potrebbe avvenire anche dopo quasi un anno. Le opportune verifiche, quindi, non possono essere effettuate in tempi rapidi e le anomalie si riscontrano a fine stagione”.

“Se valorizziamo questi ‘ammanchi’ fisiologici e li proiettiamo nei 27 anni di attività con i carrelli della Cooperativa, diventa chiaro che i numeri non possono essere che elevati – si legge ancora nero su bianco – I numeri devono infatti essere contestualizzati in un arco temporale e messi in rapporto ai volumi di affari sviluppati. Se consideriamo che il magazzino fiori effettua in ogni stagione della durata di circa 40 giorni, oltre 160.000 movimentazioni in cui sono coinvolti diversi soggetti, appare evidente come una percentuale di perdite sia fisiologica (pari allo 0,19%). Proprio per questo motivo tutti i costi relativi al parco carrelli sono già stati imputati periodicamente a bilancio nel corso degli anni di competenza e non daranno luogo a minusvalenze o a maggiori costi”.

“Ci sono poi altre questioni denunciate che non corrispondono al vero, come ad esempio la questione del carrello di scarsa qualità facente parte di un carico completo di lavanda che risulterebbe spedito a marzo 2012. Stranamente il nostro cliente non ha mai acquistato un carico completo di lavanda nel 2012, né ha mai contestato un carrello di lavanda nello stesso periodo. Abbiamo ricevuto alcune contestazioni, (ebbene si! capita che i clienti contestino il prodotto che gli arriva) ma relative ad altri prodotti.Il cliente ha continuato ad acquistare ad aprile e maggio 2012 e per tutta la stagione 2013. Anche in questo caso si dimostra la scarsa conoscenza del mercato dal parte dell’ex impiegato, che non si è nemmeno preoccupato di verificare i dati”.

“Riteniamo più utile, a questo punto, proseguire nelle azioni di sviluppo e investimento intraprese in questo periodo, piuttosto che impiegare ulteriore tempo per affrontare le altre lamentele che hanno già nella loro pochezza una risposta – dicono dalla cooperativa – La Cooperativa che da sempre opera per intraprendere attività che abbiamo un ritorno per i soci, nell’ultimo periodo sta raccogliendo i suoi frutti. Le azioni di promozione spesso nascono senza lo stesso clamore delle false accuse ma garantiscono al socio conferitore nuove possibilità di guadagno. Da giugno, ad esempio, grazie ad OrtoQui, l’accordo siglato tra la cooperativa ed il Coop Consorzio Nord Ovest, i prodotti ortofrutticoli coltivati nella Piana sono stati messi in vendita in oltre 240 supermercati ed ipermercati dislocati tra Liguria, Lombardia e Piemonte. Un progetto studiato per avvicinare il consumatore al produttore locale in modo da aiutare le imprese a crescere e svilupparsi. Con lo stesso obiettivo, recentemente abbiamo anche deciso di destinare parte dell’Ortoshop alla vendita dei prodotti orticoli di Albenga. Un’iniziativa, questa, che ha già ottenuto un riscontro positivo da parte dei nostri clienti”.

“Con il trasferimento nella nuova sede il magazzino prodotti per l’agricoltura ha subito una vera e propria trasformazione, diventando il punto di riferimento di soci e non. Grazie alla vendita di alcuni prodotti legata alla stagionalità, anche i non addetti ai lavori si rivolgono alla cooperativa per i loro acquisti. In questo periodo, ad esempio, è cresciuta la richiesta di pellet che rimarrà in vendita per tutto il periodo invernale” conclude la nota.

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