Cronaca

Labrador incaprettato e gettato nel lago, Buzzi (Enpa): “Spesso le persone non testimoniano per reati che toccano gli animali”

Osiglia. Ancora sgomento ed incredulità per la triste fine del cucciolo di Labrador, gettato nel lago di Osiglia con le zampe anterioriori legate al collo e lì annegato. Sono in corso indagini per identificare il responsabile dell’azione brutale anche se, come è noto, non è mai semplice risalire all’autore di maltrattamenti e atrocità nei confronti degli animali.

“La percentuale di successo in queste inchieste è molto basso: ovviamente per la tipologia delle vittime, ma anche perché chi ha assistito spesso non ha lo scrupolo morale di testimoniare. Gli animali non possono parlare. Le persone non testimoniano per i reati che coinvolgono gli umani, ancor meno per gli animali. Ma ogni tanto qualche responsabile si trova e si punisce” commenta Gianni Buzzi, vice presidente dell’Enpa savonese.

La Protezione Animali, condannando il terribile accaduto, ancora una volta cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica: “D’estate ci si occupa molto spesso degli abbandoni, mentre sono in calo per fortuna da molti anni. Invece ci si trova di fronte a maltrattamenti anche gravi, come quello del lago di Osiglia. Possiamo anche ricordare altri episodi, come i presunti riti satanici con l’uccisione di una gallina e la tentata uccisione di un’oca a Spotorno, o un gabbiano preso a pietrate davanti all’isola di Bergeggi, e via dicendo” afferma Buzzi.

“La nostra Riviera – prosegue – viene prese d’assalto dai turisti e, se la maggior parte ha atteggiamenti di rispetto per gli animali, qualcuno ha invece comportamenti molto brutti. I vandalismi che avvengono sulle spiagge sono notevoli, diffusi e micidiali. Abbiamo calcolato che lungo le spiagge vengono uccisi 12 milioni di piccoli animali, dai granchi ai ricci ai pesci. La cosa viene desertificata. Si può andare a spiaggia senza uccidere gli animali: si ristabilirebbe così un ambiente molto più bello ed apprezzato, soprattutto dai turisti”.

Ad Osiglia il povero cucciolo è stato legato, quindi gettato nel lago probabilmente dal ponte Manfrin. La carcassa è stata notata da alcuni pescatori che hanno avvertito il Comune, e sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e polizia municipale. L’appello dell’Enpa è quello di rivolgersi alle istituzioni: “Non ci sono solo la Protezione Animali e le guardie zoofile a vigilare: la competenza sui maltrattamenti degli animali spetta a tutti gli organi di polizia, dai vigili urbani alla guardia forestale, dalla polizia ai carabinieri, dalla finanza alla polizia provinciale. La gente giustamente viene sempre da noi, ma ricordiamo che ci si può rivolgere alle forze dell’ordine che, hanno molto da fare sì, ma comunque sono tenute ad intervenire” conclude Gianni Buzzi.

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