Cronaca

Savona, a giudizio per furto: due tunisini rifiutano di essere difesi da avvocati “in gonnella”

Tribunale

Savona. Non vogliono essere difesi da un avvocato di sesso femminile e il loro processo per direttissima continua ad essere rinviato. E’ una storia che sembra incredibile, ma è quanto successo in tribunale a Savona dove il processo per direttissima a due tunisini arrestati il 23 maggio scorso per furto non si è celebrato perché i difensori d’ufficio erano donne. Gli imputati si erano rifiutati nella prima udienza di parlare con i legali proprio perché donne e, di conseguenza, il giudice aveva rinviato il procedimento ad oggi. Stamattina però, stavolta per l’impedimento di uno dei difensori, ora nominati entrambi del “sesso forte”, la direttissima ha subito un nuovo rinvio.

Il processo, salvo ulteriori sorprese, riprenderà quindi il 24 giugno prossimo. A giudizio ci sono Arbi Sassi, 28 anni, e Salim Maraki, di 31, entrambi tunisini (che restano detenuti al Sant’Agostino), che avevano – questa l’accusa – rubato la borsetta di una cliente di una tabaccheria di corslo Italia. Vittima del furto tra l’altro era un volto noto della politica savonese, ovvero l’esponente dell’Italia dei Valori di Savona Vincenzina Ascanio.

Nella borsetta rubata, oltre che del denaro (500 euro in contanti), c’erano anche le chiavi della sede dell’Idv savonese. I due tunisini erano riusciti ad arraffarla entrando nel negozio con una scusa: avevano detto di aver bisogno di schede telefoniche e, una volta entrati, notata la borsa appoggiata sul bancone l’avevano presa ed erano fuggiti. Una fuga che non era durata molto: uno dei due era stato raggiunto poco dopo in via Verzellino e portato in Questura, mentre il secondo nella tarda serata era stato bloccato dentro un locale di via Gramsci. Proprio a quest’ultimo gli agenti avevano trovato nelle tasche degli orecchini rubati a Vincenzina Ascanio.

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