Cronaca

Falce e martello sui muri della Lega, il Pcl: “Non è un atto vandalico, ma campanello d’allarme sociale e politico”

Albenga. Fuori dal coro il Pcl che non condanna le scritte sulle serrande e sulla bacheca della sede della Lega Nord ad Albenga, dove sono apparsi in spray nero i simboli di falce e martello e la parola “servi”. Cristian Briozzo, esponente ingauno del Partito Comunista dei Lavoratori, e Nazzareno Siccardi, portavoce provinciale, commentano: “Quanto rumore e quanta indignazione per due scritte su due saracinesche e su una bacheca. Si urla al vandalismo, si denuncia un atto vile, tutte le forze politiche si mettono in coda per denunciare il ‘terribile atto antidemocratico’ augurandosi che gli autori vengano colpiti dalla potente scure della repressione. Con quale ipocrisia si permettono di dire ciò i rappresentanti di partiti responsabili delle peggiori schifezze e corruttele, colpevoli delle peggiori ruberie di denaro pubblico e rei di essere gli strumenti politici di banche e grandi capitali per far pagare a lavoratori, disoccupati, studenti e immigrati i costi di una crisi da cui loro, in realtà, traggono vantaggio e maggior potere”.

Proseguono: “Siamo stati anche chiamati in causa, nel marasma delle dichiarazioni di queste marionette, chiedendo che chi fa ancora oggi riferimento alla falce e martello e al comunismo, quindi noi, prenda le distanze dall”ignobile gesto’. Ci spiace deludervi, ma noi non prendiamo affatto le distanze e non consideriamo affatto questo gesto un ‘ignobile atto vandalico’. Quel gesto simbolico è un atto politico di cui è necessario cogliere il messaggio sociale e politico. Non ci uniamo alla finta e ipocrita indignazione dei partiti servili ai poteri forti e alla conservazione dello status quo, che urlano contro l’atto vandalico per poi nascondere le ingiustizie sociali e la violenza quotidiana degli squali della finanza e dell’industria perpetrata sulle vite del popolo intero, italiano e internazionale”.

“Queste scritte non sono sicuramente atti e pratiche rivoluzionarie o con le quali pensare di risolvere i problemi del popolo e dei lavoratori; sono chiaramente gesti di esasperazione, che comunicano la percezione del fallimento di questo sistema, delle sue istituzioni, delle leggi funzionali alla sua conservazione; sono il sintomo del disprezzo popolare nei confronti di chi si fa strumento delle politiche di sacrifici e dei veri atti vandalici istituzionalizzati e legalizzati: licenziamenti, delocalizzazioni, morti bianche, suicidi per disperazione, precariato, inquinamento selvaggio e la devastazione ambientale, lo sfruttamento quotidiano sui luoghi di lavoro, la discriminazione razziale e di genere” affermano Briozzo e Siccardi.

“Da sempre – aggiungono – noi chiamiamo il popolo e i lavoratori alla ribellione sociale e alla sollevazione popolare sostenuta da uno sciopero generale ad oltranza, unico metodo e strumento per colpire definitivamente questo sistema e le sue ingiustizie; non pensiamo che questi gesti simbolici possano essere la soluzione ma li consideriamo piuttosto come un ennesimo campanello d’allarme che dimostra come sia sempre più generalizzata la necessità di un cambiamento rivoluzionario, lo stesso motivo per cui si scatenano tanto clamore e tale ipocrita “indignazione” per una semplice azione piazzaiola, che in una cittadina volutamente asettica e alienata dalle dinamiche di lotta sociale come Albenga, diventa qualcosa di sconcertante e addirittura considerabile come un atto criminale. Non è consentito sfogare la propria rabbia sociale nei confronti di questo sistema con gesti simbolici contro i suoi stessi vassalli; è più accettabile e conforme alla normalità e alla legalità urlare piuttosto all’odio razziale e alla guerra tra sfruttati a seconda della loro provenienza nazionale o etnica, proprio come piace ai rappresentanti dello stesso partito colpito da una ‘violenta e vile’ scritta con lo spray”.

Condanne politiche per l’atto vandalico sono arrivate ovviamente dai vertici del Carroccio, ma anche da altri partiti. Diversa la posizione del Pcl: “Fanno sorridere le dichiarazioni della segretaria regionale della Lega Nord, Sonia Viale, al quale ricordiamo che questi atti politici non sono contro la democrazia bensì contro gli stessi partiti che vogliono far credere al popolo e ai lavoratori che questo sistema sia democratico, salvo poi sfruttarlo per gli interessi dei loro leader, dei loro padroncini e dei loro finanziatori. Ma bisognerebbe anche ricordare il ‘rispetto’ che, nella sua storia, la Lega Nord ha tenuto proprio nei confronti di quelle leggi e istituzioni a cui oggi si appella: basta andare a cercare anche recenti dichiarazioni di suoi storici leader nonché certe furberie fatte con il denaro pubblico per la famiglia Bossi. Altrettanto ridicoli sono i messaggi di solidarietà da parte del Pd regionale, mostrando come, le differenze tra questi partiti borghesi vi siano solo quando si apprestano alle campagne ‘pubblicitarie’ elettorali, salvo poi rinchiudersi a testuggine quando qualcuno reagisce, anche solo simbolicamente e con qualche scritta, a quelle politiche che governi di centrodestra e centrosinistra han sempre portato avanti senza grandi differenze”.

“Questo sistema politico borghese, democratico solo nella sua maschera, sta mostrando la sua falsità; urlino quanto vogliono i rappresentanti dei partiti servi, da sinistra a destra, nel tentativo di salvare la faccia e il loro sistema, noi non ci facciamo imbambolare dalla demagogia del “confronto democratico”, dato che vediamo tutti i giorni cosa ci regala e cosa è in grado di produrre per la collettività. Il popolo, i lavoratori e gli sfruttati, a fronte di tutte le nefandezze che subiscono, anche a causa di partiti come la Lega Nord e il Partito Democratico, non si indigneranno e non si preoccuperanno di sicuro per qualche scritta sulle loro sedi, anzi, comprenderanno sempre di più che ribellarsi è possibile e giusto, augurandoci che comprendano soprattutto la necessità dell’organizzazione e della costruzione di un partito rivoluzionario che possa strutturare una risposta sistemica di superamento dell’odierna società, delle sue storture e delle sue ingiustizie” concludono Briozzo e Siccardi.

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