Cronaca

Bimbo disperso a Osiglia, si è allontanato per dispetto alla sorellina. I genitori ai soccorritori: “E’ un miracolo, grazie a tutti”

Osiglia. Si è allontanato da casa per fare un dispetto alla sorellina, dopo una lite durante un momento di giochi. E’ così che è iniziata la disavventura per il piccolo Daniele che, camminando e perdendo di vista l’abitazione di via Giacchino, si è perduto.

Il padre, Michele Baruzzo, tecnico informatico, spiega la dinamica: “Daniele e la sorellina hanno litigato. Lei è salita in casa per andare dagli altri fratellini che giocavano al computer, mentre Daniele per dispetto ha preso la strada e, iniziando a camminare, ha perso l’orientamento; ha fatto due tornanti, quasi per un chilometro, poi si è fermato quando probabilmente è venuto buio. Fra l’altro c’era anche un po’ di nebbia”.

I genitori hanno vissuto ore interminabili di apprensione, ma non hanno mai perso la speranza. La mamma del piccolo, Cristina, sottolinea: “Inizialmente speravo si fosse addormentato in casa, da qualche parte. Ma abbiamo cercato dappertutto, sopra e sotto, senza trovarlo. A un certo punto bisognava per forza pensare che era fuori. Sino alle 18,15 era in casa, poi è uscito per giocare con la sorella. Quando mi sono accorto che non c’era, abbiamo dato l’allarme”.

Dieci ore al buio e al freddo per un bimbo di due anni e mezzo è una prova terribile, ma Daniele ha resistito: ha resistito alle temperature basse e allo spavento. “Ho sentito a un certo momento, dentro di me, che stava bene – riferisce la mamma – Ma la paura che fosse nel lago o altro era grande. Ora Daniele sta bene”.

“Penso proprio che sia stato un miracolo – aggiunge il papà Michele – Molte persone mi hanno detto di avere pregato. Ho girato tutto il tempo. C’erano ancora i boschi pieni di pantano. Ringrazio tutti i soccorritori e i volontari che si sono adoperati nelle ricerche e in particolare Matteo, l’agente che alla fine l’ha trovato”.

Matteo Porrini, agente della polizia stradale, era con un team di altre quattro persone nell’ambito della task force (un centinaio di soccorritori) impegnati a perlustrare boschi e lago. Il poliziotto ha illuminato un anfratto, dove si è trovato il bambino.

“Sono passati in quella zona e hanno deciso di puntare la torcia – racconta il padre del piccolo – hanno trovato quello che sembrava un sasso e invece no, era lui che si era ranicchiato per proteggersi dal freddo. Senza tutte le organizzazioni e le persone che hanno operato questa notte, forse questa sarebbe una mattina diversa”.

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